E’ sempre stato una sorta di mantra che, di generazione in generazione, ha accompagnato i più giovani verso la strada indicata dall’insegnamento degli anziani: fare attività fisica fa bene, e aiuta a star meglio.
Ovvio, detta così, nessuno oserebbe metterlo in discussione. Ma nel dettaglio di un leitmotiv storico e indubitabile, si entra nel merito di alcuni studi che, di recente hanno portato avanti alcuni elementi probatori molto concreti circa la vericidità di questa tesi.
Non solo, infatti, fare attività fisica aiuta il corpo: ma anche la mente. E se questo era chiaro a tutti, nello specifico, ciò che è recentemente emerso è che l’attività fisica aiuta la memoria. Come e perchè?
Fare attività fisica aiuta ad allenare anche la memoria. Ecco perchè?
Stando ad una ricerca condotta dall’Università del Maryland negli Stati Uniti d’America, infatti, con l’attività fisica aiuterebbe a preservare e mantenere la memoria di ognuno.
In effetti è risultato, stando ai test che tramite l’attività fisica si attivino circuiti neurali in aree del cervello legate ai ricordi. In pratica, allenandosi, si allena anche la memoria.
Fare attività fisica in modo regolare dunque non fa solo bene al corpo e alla mente in generale ma è un esercizio di allenamento e di rinnovamento anche contro le amnesie.
Questo emerge da uno studio condotto dall’Università del Maryland, pubblicato sul Journal of the International Neuropsychological Society, per il quale, mentre si studia e magari lo stress è alto e la mente va sotto sforzo, svolgere attività fisica aiuta al ringiovamento dei meccanismi legati alla memoria, aiutando ad apprendere meglio e a conservare meglio le informazioni.
La teoria degli scienziati americani è stata provata su un gruppo di anziani, dando riscontri positivi che potrebbero essere applicati a qualunque fascia d’età.
Nel dettaglio ricercatori hanno visto che l’attività fisica moderata aumenta il volume dell’ippocampo e protegge dal declino della memoria. Lo studio, intitolato “Semantic Memory Activation After Acute Exercise in Healthy Older Adults“, ha permesso agli scienziati di misurare con una risonanza magnetica funzionale, l’attività cerebrale di un campione di persone sane di età compresa tra 55 e 85 anni.
Ai volontari si è chiesto di ricordare una serie nomi appartenenti a personaggi famosi e non famosi, dopo 30 minuti in seguito ad una sessione di allenamento su una cyclette, sia dopo una giornata a riposo.
Analizzando l’attività cerebrale in 4 aree della corteccia (compreso l’ippocampo, il primo ad essere attaccato dall’Alzheimer), è emerso come i partecipanti ricordassero i nomi ad un livello “significativamente maggiore” in seguito alla sessione di esercizio fisico rispetto a quando veniva misurata dopo il riposo.
“C’è un’evidente correlazione tra lo sforzo fisico e l’attività mnemonica, così come un muscolo si adatta all’uso ripetuto, infatti, singole sessioni di esercizio possono modificare le reti neurali cognitive portando a un accesso ai ricordi più efficiente”, ha spiegaro Carson Smith, uno degli autori dello studio.