“La Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) e Confagricoltura del Lazio esprimono ferma contrarietà alla decisione adottata dalla Centrale del latte di Roma di ridurre di 3 centesimi il prezzo del latte pagato agli allevatori. La decisione , adottata unilateralmente dalla Centrale, di diminuire del 5% il prezzo pagato agli allevatori non corrisponde al calo del prezzo al consumo né avviene allinterno di una trattativa più generale dei rapporti di filiera. E inoltre scorretto e al limite della legalità imporre da una posizione di dominanza un ribasso retroattivo sul prodotto già conferito nei mesi scorsi”. Così in una nota Ettore Togneri Presidente Cia del Lazio e Sergio Ricotta Presidente Confagricoltura Lazio.
“La Cia e la Confagricoltura Lazio ribadiscono limportanza di un ’accordo quadro’ tra le parti che assicuri la tenuta e la crescita del settore allinterno delle dinamiche contrattuali che regolano il mercato e sia di riferimento alle singole contrattazioni sul prezzo tra i soggetti economici che detengono il prodotto – si legge nel comunicato – Per questo la funzione di sprone e di sollecitazione delle istituzioni diviene indispensabile soprattutto per equilibrare la fortissima disparità esistente nel potere contrattuale tra i giganti industriali della trasformazione e della distribuzione e le aziende agricole. La Cia e la Confagricoltura del Lazio sono pronte a mobilitare i propri associati per respingere questa imposizione arrogante che scarica sugli allevatori il prezzo della crisi e le perdite degli altri anelli della filiera (trasformazione e distribuzione). Prendiamo atto e accogliamo favorevolmente lennesimo tentativo di incontro tra le parti, prodotto dallassessore regionale allagricoltura Sonia Ricci , che ha riconvocato il tavolo della trattativa per il prossimo 8 settembre e auspichiamo che finalmente la parte industriale sia presente per ricercare un accordo in grado di dare allintero settore certezze e stabilità basate su quantità, tempi e prezzi. La Cia e la Confagricoltura del Lazio ritengono che in questa delicata fase di rielaborazione della politiche agricole comunitarie che tra laltro prevede la fine del regime delle quote di produzione, ci sia più bisogno di confronto e programmazione piuttosto che di manifestazioni di piazza, ma laddove lazione dellassessore risultasse ancora una volta vanificata dallassenza o da un atteggiamento meramente speculativo della parte industriale allora ci vedremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative possibili per evitare la chiusura della zootecnia da latte regionale. Esattamente un minuto dopo la fase emergenziale sulla trattativa del prezzo del latte, le nostre Organizzazioni richiameranno i vertici politici regionali e nazionali ad immaginare insieme un nuovo sviluppo per la zootecnia laziale che parta dalla consapevolezza dei gap che zavorrano i nostri imprenditori confinandoli alla marginalità del mercato”.