Tenutosi a Latina, presso la sede locale dell Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana, l’incontro è stato organizzato dallInternational Buffalo Federation (IBF) in collaborazione con lIstituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana e dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), ed ha visto la partecipazione di ricercatori, docenti universitari, allevatori e medici veterinari provenienti da ben 13 paesi, USA, Brasile, Colombia, Cuba, Venezuela, Guatemala, Messico, Iran, Giappone, Iraq, Egitto, Trinidad e Indonesia.
Diverse le personalità del mondo accademico intervenute: dallUniversità degli Studi di Napoli, di Perugia e della Basilicata, ai ricercatori dellIZSLT, del CRA nonché della Federal University West Parà del Brasile. A questi si sono aggiunti i contributi degli esperti di allevamento della Bufala Mediterranea Italiana, razza di eccellenza per la produzione del latte, di cui lItalia vanta il miglior patrimonio genetico e delle produzioni alimentari, carne e formaggi. Undici giorni di lavori arricchiti da visite ad allevamenti bufalini e a caseifici di lavorazione artigianale e industriale, realizzate nel corso del meeting.
La manifestazione rientra nel contesto di un vasto progetto di sviluppo, promozione e promulgazione delle attività tecnico scientifiche e di assistenza agli allevatori e agli agricoltori su cui la Regione Lazio è fortemente impegnata. I principali obiettivi sono quelli di migliorare la qualità del prodotto, sostenere il comparto bufalino, uno dei nostri punti di forza in Italia e nel mondo, e incentivare la ricerca e lassistenza agli agricoltori.
A dimostrare limportanza del comparto bufalino del Lazio sono i numeri. Con 592 aziende, concentrate in larga parte nella provincia di Latina e di Frosinone, e con oltre 62.000 capi allevati, il Lazio è la seconda regione italiana per la produzione di bufale. Un primato che rende più forte il nostro impegno per il miglioramento della qualità e la sicurezza del prodotto.