Troppi autovelox sparsi per il territorio, multe salate ma, almeno, introiti comunali da reinvestire in manutenzione e sicurezza. Ma è davvero così?
Scoppia il caso delle multe fantasma e dei rendiconti non trasmessi, a Latina, malgrado le regole sulla trasparenza degli incassi delle multe, modificate con un decreto del febbraio 2020 prevedano l’obbligo per gli enti locali di comunicare al Ministero dei trasporti l’ammontare degli incassi dalle sanzioni per violazioni del codice della strada, in quanto, sul totale va calcolato un 50% di storno da destinare alla manutenzione e sicurezza stradale e a campagne di informazione contro gli incidenti.
Alcune amministrazioni locali avrebbero aggirato la norma finendo in una lista dei furbetti pubblicata dallo stesso Ministero. Dal report effettuato sulla base delle comunicazioni per l’anno 2021 e relative ai proventi del 2020 mancherebbero alcuni Comuni come Aprilia, Cisterna, Cori, Roccamassima, Bassiano, Priverno, Prossedi, e ancora Roccasecca, Campodimele, Spigno Saturnia, Minturno, Castelforte, e le due isole di Ponza e Ventotene.
Se alcuni piccoli centri, come Bassiano e le isole non hanno rilevatori di velocità e ottengono proventi bassi solo da divieti di sosta o infrazioni fisse, per i Comuni prossimi a grandi arterie regionali zeppe di rilevatori automatici della velocità ci sarebbe un volume di sanzioni importante, come le somme da investire per prevenzione e sicurezza e manutenzione delle strade.
Per alcuni comuni mancherebbe la rendicontazione delle multe del 2020, un anno segnato dalla pandemia e dal netto degli incassi delle sanzioni per violazione delle norme del codice stradale. Una carenza che per ora non produce conseguenze: ma i centri richiamati all’ordine dovranno giustificare l’ammontare delle spese per la manutenzione, così da verificare se l’investimento per l’obiettivo prefissato dalla legge sia stato rispettato o no. Il tutto, al netto delle multe non incassate, in media un terzo ogni anno, ragioni burocratiche e amministrative.