Latina bocciata sull’Ambiente: centesima nella classifica sull’ecosistema urbano. La città è risultata centesima su centocinque capoluoghi di provincia nella classifica sull’Ecosistema Urbano di Legambiente.
La città sfiora il podio dei peggiori ed è ultima nel Lazio, ma soprattutto riporta il terzo dato peggiore d’Italia per dispersione idrica in tutta la provincia: il 67,9% di acqua si perde nelle reti.
Ecosistema Urbano 2021 è lo studio di Legambiente sulle performance ambientali e vivibilità dei capoluoghi, redatto sui dati raccolti nel corso del 2020. Il dossier è realizzato con numeri e informazioni forniti da amministrazioni e altre fonti, mentre i punteggi vengono assegnati sulla base di 18 indicatori tra qualità dell’aria, gestione dell’acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
La situazione per i capoluoghi del Lazio continua ad essere tra le peggiori di tutto il Paese, con Rieti al 45esimo posto, Frosinone al 78esimo, Viterbo all’83esimo. Roma occupa l’83esimo posto tra i capoluogo italiani.
Sono quattro, in totale, gli indicatori che vanno a confluire nella macrocategoria “Qualità dell’Aria”. Si parte dalla media dei valori annuali di biossido di azoto, pari a 22 microgrammi per metro cubo (nel rapporto precedente erano 24,7). Migliora invece la media dei giorni di superamento della soglia prevista di ozono, che passa da 1 del 2019 a 0 del 2020, mentre la media dei valori annuali di polveri sottili Pm2,5, nel 2020 è stata di 12 milligrammi per metro cubo, esattamente come nel 2019. Infine, la voce riguardante le polveri sottili Pm10, con 22,7 microgrammi per metro cubo registrati mediamente nel corso del 2020.
Aumentano i consumi idrici domestici, che passano da 127,3 a 131,8 litri per abitante all’anno, ma la voce più scottante di questa parte del dossier, come si è detto, è quella relativa alla dispersione idrica. Paradossalmente, il dato è addirittura migliorato: nel 2019 si parlava del 70,3% di acqua dispersa negli impianti di distribuzione, nel 2020 è invece pari al 67,9% del totale. Latina è anche il capoluogo laziale dove c’è la più bassa capacità di depurazione del Lazio: la rete fognaria delle acque reflue urbane serve il 73% dell’intera popolazione, contro valori quali l’82% di Viterbo e il 91% di Frosinone.