Una buona notizia per i malati di ipertensione arteriosa, soprattutto per quelli ai quali le cure farmacologiche sembrano non fornire risultati soddisfacenti. Una tecnologia innovativa, effettuata attraverso cateteri introdotti per via percutanea, sembra poter risolvere il problema. Si chiama denervazione renale l’intervento mini-invasivo effettuato attraverso cateteri in anestesia locale che viene effettuata dall’equipe cardiologica del Prof. Francesco Versaci presso l’Ospedale Goretti di Latina. L’ipertensione arteriosa spiega il Professor Versaci è uno dei principali fattori di rischio per le malattie dell’apparato cardiovascolare tra le quali le più temibili sono ictus ed infarto del miocardio.
E’ una problematica con una epidemiologia davvero impressionante: basta pensare che un adulto su tre ne è colpito: un bilione di ipertesi in tutto il mondo ed il numero è in crescita: è la causa maggiore di morte in tutto il mondo: oltre il 50% dei decessi per malattie cerebro-vascolari sono attribuibili a pressione elevata. Inoltre, se i valori pressori non sono adeguatamente tenuti sotto controllo la pressione alta può provocare nel tempo in modo subdolo danni ad occhi, rene, cuore e cervello con
importante impatto sulla prognosi e sulla qualità della vita con risvolti sociali ed economici. Il trattamento progressivo dell’ipertensione – continua il Prof. Versaci – include modifiche dello stile di vita quali attività fisica quotidiana, dieta povera di sale e l’utilizzo di farmaci ipertensivi. Tuttavia, in un notevole numero di pazienti ipertesi spesso i valori pressori non sono tenuti sotto controllo: da studi statistici emerge che circa il 30% degli italiani, anche con l’assunzione di farmaci la pressione
non raggiunge i valori desiderati. Si tratta spesso di pazienti giovani o di media età, con un quadro patologico spesso aggravato da altri problemi, come obesità e sindrome metabolica, il cui impatto è molto elevato sul SSN. Grazie all’intervento di denervazione renale si possono curare tutti quei pazienti che sono resistenti al trattamento farmacologico, intolleranti ai vari farmaci, che possono causare l’insorgenza di effetti collaterali, spesso in età giovanile o ai pazienti che assumono un numero
eccessivo di farmaci: 3 o più con notevole limitazione della qualità della vita. L’operazione, eseguibile con anestesia locale, prevede l’inserimento di un palloncino di pochi millimetri nelle arterie renali, attraverso il quale si eroga energia termica a bassa potenza (1 minuto per erogazione) in diversi punti e si ottiene la denervazione delle terminazioni del sistema simpatico in circa 30 minuti di intervento.
Il Nostro centro è stato scelto come apripista italiano per il nuovo sistema di ablazione chiamato Paradise, che si aggiunge al precedente sistema già in uso da circa 5 anni (Symplicity Spyral) e permette di offrire ai cittadini dell’ASL di Latina tutte le tecnologie più moderne disponibili nel mercato e un sistema di controllo ambulatoriale per monitorare i risultati a distanza.
(sg)