“Per trovare un anno simile bisogna andare indietro al 1945, anche in quell’anno ci furono 9 mesi su 12 pesantemente sotto media, il deficit fu -29%, quindi leggermente inferiore”. A chiusura dell’anno meteorologico 2017, l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), traccia il consueto bilancio relativo a quelle che possono essere definite le anomalie climatiche nel Paese di questi ultimi 12 mesi. Ebbene, per quanto intuibile, ne è risultato con certezza che quello in corso è stato l’anno meno piovoso dell’intera serie storica, censita all’interno della Banca dati di climatologia Isac-Cnr, che custodisce tutte le stagioni, dal 1800 a oggi. Ma oltre che per la pioggia, il 2017 sarà ricordato anche per le temperature, piazzandosi rispetto a quelli censiti (con +1,3°C rispetto alla media), come il quarto più caldo. Come riporta il rapporto stilato dall’l’Isac-Cnr, “Dal punto di vista termometrico, il 2017 ha fatto registrare, per l’Italia, un’anomalia di +1.3°C al di sopra della media del periodo di riferimento convenzionale 1971-2000, chiudendo come il quarto più caldo dal 1800 ad oggi, a pari merito agli anni 2001, 2007 e 2016. Più caldi del 2017 sono stati solo il 2003 (con un’anomalia di +1.36°C), il 2014 (+1.38°C rispetto alla media) e il 2015 che resta l’anno più caldo di sempre con i suoi +1.43°C al di sopra della media del periodo di riferimento. Più significativa è risultata l’anomalia pluviometrica del 2017, che verrà sicuramente ricordato per la pesante siccità che lo ha caratterizzato – continuano gli esperti – A partire dal mese di dicembre del 2016 si sono susseguiti mesi quasi sempre in perdita: fatta eccezione per i mesi di gennaio, settembre e novembre, tutti gli altri hanno fatto registrare un segno negativo, quasi sempre con deficit di oltre il 30% e, in ben sei mesi, di oltre il 50%. A conti fatti, gli accumuli annuali a fine 2017 sono risultati essere di oltre il 30% inferiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, etichettando quest’anno come il più secco dal 1800 ad oggi”.
M.