Lando Buzzanca, ‘il merlo maschio’ della commedia sexy all’italiana

(Adnkronos) – Vestendo i panni dell’italiano medio e del meridionale provinciale e furbetto, Lando Buzzanca, morto a 87 anni, ottenne la notorietà, ma il successo di pubblico e quello commerciale negli anni Settanta lo conquistò come donnaiolo impenitente, attore simbolo della commedia sexy all’italiana, grazie anche a una ‘bellezza maschia’ segnata da mascella prominente, sguardo vispo, bel sorriso e naso scolpito.  

Con baffi o meno, con film come “Il merlo maschio”, “Homo Eroticus”, “L’uccello migratore” e “All’onorevole piacciono le donne” Buzzanca ha saputo rappresentare quelle che erano le frustrazioni sessuali dell’uomo comune nei confronti del gentil sesso e del matrimonio.  

Nato come Gerlando Buzzanca a Palermo il 24 agosto 1935, una volta conclusa la scuola dell’obbligo si trasferisce subito a Roma in cerca di fortuna. Nel 1956, a 21 anni è già sposato con Lucia Peralta (scomparsa nel 2010), la futura madre dei suoi due figli, Mario e Massimiliano. Nella Capitale, dopo vari lavoretti, decide di fare il colpo grosso e seguire la sua vera passione: la recitazione.  

Frequenta l’Accademia Sharoff e inizia a fare la comparsa partecipando a kolossal in costume che si giravano a Cinecittà, il primo dei quali è “Ben Hur” (1959) di William Wyler. Questa prova gli porta fortuna e, successivamente, comincia a lavorare per il piccolo schermo partecipando a due sceneggiati di Vittorio Cottafavi: “La trincea” (1961) e “Il mondo è una prigione” (1962).  

Ma sarà Pietro Germi a vedere in questo magro ragazzo siciliano dal naso pronunciato e dall’aspetto titubante un attore degno di lode, tanto che lo fa recitare insieme a Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli in “Divorzio all’italiana” (1961) e affiancando ancora la Sandrelli in “Sedotta e abbandonata” (1964).  

Nel frattempo Buzzanca prosegue la gavetta lavorando per grandi nomi, come Elio Petri in “I giorni contati” (1962), Dino Risi in “I mostri” (1963) e Antonio Pietrangeli in “La parmigiana” (1963); diventa anche la spalla di grandi e mitici attori come Amedeo Nazzari (“Le monachine”, 1963), Gino Cervi (“La smania addosso”, 1963) e della coppia comica Franco Franchi e Ciccio Ingrassia (“I marziani hanno 12 mani” e “Cadavere per signora”, entrambi del 1964). 

Lando Buzzanda acquista lentamente ma con decisione i suoi spazi in una Cinecittà nel pieno della dolce vita, imponendosi, ancora per Pietrangeli e con Ugo Tognazzi, ne “Il magnifico cornuto” (1964). 

Si afferma sempre di più come attore comico, fino a quando viene scritturato per una serie di pellicole che parodizzano James Bond, in cui veste i panni di ‘James Tont’ in “James Tont operazione uno” (1965) di Bruno Corbucci (con cui inizia un lungo sodalizio) e Giovanni Grimaldi che in seguito lo dirigerà in “La prima notte del dottor Danieli, industriale, col complesso del… giocattolo” (1970).  

Ottenuta la notorietà, Nanni Loy lo dirige nel film a episodi “Made in Italy” (1965), al fianco di Peppino De Filippo, Anna Magnani e Aldo Fabrizi; è il protagonista Giovanni Percolla in “Don Giovanni in Sicilia” (1967) di Alberto Lattuada e recita in “Le dolci signore” (1967) di Luigi Zampa con Vittorio Caprioli.  

Ma sarebbe rimasto comunque un attore di secondo piano, se non fosse per la grande notorietà che raggiunge grazie alla sua partecipazione nella commedia sexy: la sua graffiante ‘masculinità’ e la capacità di far ridere in situazioni connotate dalla eccessiva attività sessuale, o al contrario, da una totale impotenza, sono la sua fortuna. 

Pasquale Festa Campanile, Marco Vicario, Steno, Luciano Salce, Gianni Grimaldi e Luigi Filippo D’Amico diventano i suoi registi, mentre Barbara Bouchet, Laura Antonelli, Sylva Koscina, Rossana Podestà, Agostina Belli e Femi Benussi le sue compagne di set. Tale è la fama raggiunta, che il disegnatore Leone Cimpellin crea nel 1972 un personaggio per una serie fumetti comica e satirica con le sue fattezze, Jonny Logan, pubblicata fino al 1978. La faccia di Buzzanca sarà presa in prestito anche per il fumetto sexy “Il Montatore” (1975-1982; complessivamente 114 volumi tascabili per adulti), con storie ambientate nel mondo del lavoro con il protagonista che è un metalmeccanico.  

Buzzanca calca anche il palcoscenico, riscuotendo grande successo con le commedie musicale “Il cenerentolo” e “Signore e signora” accanto a Delia Scala, di cui viene realizzata anche una versione per la Rai in bianco e nero. Fu proprio il varietà del sabato sera “Signore e signora” sul Canale Nazionale della Rai del 1970 che mise in luce tutte le qualità comiche dell’attore e si rivelò un grande trampolino di lancio, soprattutto nel cinema ma anche alla radio, consentendogli di uscire dal cliché da caratterista nel quale era stato utilizzato fino ad allora. La sua battuta “mi vien ca ridere” divenne un simpatico tormentone, così come i personaggi grotteschi del contadino “Buzzurro”, del “Buzzanco” e del “Pecoraro dell’Apiro”. 

La notorietà internazionale arriva a Buzzanca con la commedia sexy “Il merlo maschio” (1971) diretta da Festa Campanile con Laura Antonelli; nello stesso anno interpreta “Le belve” di Grimaldi, “Il vichingo venuto dal sud” di Steno e “Homo Eroticus” di Vicario. 

Forte del suo successo commerciale, comincia anche a scegliere da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come “L’arbitro” (1974) di D’Amico, “Il sindacalista” (1972) di Salce e “All’onorevole piacciono le donne” (1972) di Lucio Fulci, in cui tratteggia parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili. 

Con Barbara Steele in “Fermate il mondo… voglio scendere!” (1970), “Quando le donne avevano la coda” (1970) e “Quando le donne persero la coda” (1972), entrambi di Festa Campanile, così come con “Ius primae noctis” (1972), “L’uccello migratore” (1972) di Steno, “La schiava io ce l’ho e tu no” (1973) di Giorgio Capitani (1973), “Io e lui” (1973) di Salce e “Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza” (1975, con Franco e Ciccio), Buzzanca delinea una filmografia davvero cospicua di ben 114 titoli più o meno cult.  

Con la fine degli anni Settanta e il tramonto del genere della commedia sexy, Buzzanca diminuisce la sua partecipazione in televisione e nel cinema. Ritorna sporadicamente sul grande schermo come attore di secondo piano, ad esempio in “Secondo Ponzio Pilato” (1987) di Luigi Magni, dove ritrova la Sandrelli. Torna anche in teatro recitando in “La scuola delle mogli” (1990), “La cena delle beffe” (1991) e “Liolà” (1994). Spera anche nella parte del burattinaio Mangiafuoco in “Pinocchio” (2002) di Roberto Benigni ma per dissapori con il regista non viene scritturato.  

Successivamente, però, la sua carriera ha un’inversione di tendenza in senso positivo e si riaffaccia in tv come il protagonista di numerose fiction: è del 2005 la serie “Mio figlio”, dove interpreta la parte di un padre che scopre l’omosessualità del figlio, cui dal 2012 è seguita la fortunata serie “Il restauratore”. 

Il grande riscatto giunge, soprattutto, per Buzzanca con l’interpretazione nel film “I Vicerè” (2007), di Roberto Faenza, dove i panni del principe Giacomo gli valgono una candidatura al David di Donatello 2008 come miglior attore e conquistando un Golden Globe. Nel 2016 prende parte all’undicesima edizione di Ballando con le stelle, danzando in coppia con Sara Mardegan. Nel 2017 compare nel film “Chi salverà le rose?” di Cesare Furesi al fianco di Carlo Delle Piane, nel quale i due interpretano una coppia di anziani omosessuali. Dal 2021 le condizioni di salute dell’attore si sono fatte sempre più declinanti, a causa di una malattia invalidante che lo ha costretto a vivere su una sedia a rotelle prima in una clinica, poi in una casa di riposo.  

Lando Buzzanca è stato sposato per 57 anni con Lucia Peralta, morta nel 2010. Dal loro matrimonio sono nati due figli, Massimiliano e Mario. In un’intervista l’attore ha confessato che nel corso delle sue lunghe nozze si era concesso qualche scappatella: “Non ho mai avuto una doppia vita. Ho amato mia moglie moltissimo, siamo stati 57 anni assieme e lei mi ha dato solo tre schiaffi. Io non ho mai alzato le mani. Le mie cose con le attrici erano una o al massimo due volte. Tornavo sempre a casa”. 

Nel 2016 Lando Buzzanca ha conosciuto Francesca Della Valle, di 35 anni più giovane. La nascita di questo legame sentimentale ha portato alla nascita di tensioni tra i figli di Lando e la compagna del padre, acuite dal peggioramento continuo delle condizioni fisiche dell’attore. 

(di Paolo Martini)