LANDINI ATTACCA RENZI: ’NON HA IL CONSENSO DEGLI ONESTI’. PD E SQUINZI CON IL PREMIER

Resta altissima la tensione tra Matteo Renzi e i sindacati. Il premier, dalla riunione dei confindustriali europei, torna ad attaccare sul tema del lavoro e provoca: “tolto l’ostacolo dell’articolo 18, ora si può investire in Italia”. “Renzi – è la replica a stretto giro del leader Fiom Maurizio Landini in corteo a Napoli – da solo non cambia il Paese. Da solo risponde solo ai poteri forti”. E ancora: “Riconosca che non ha il consenso delle persone oneste, dei lavoratori e di chi cerca lavoro”. Parole sulle quali scoppia una vera bufera anche se Landini, in seguito, corregge il tiro: “Mai pensato come mi viene attribuito da alcuni mezzi di informazione – precisa – che Renzi non abbia il consenso degli onesti, ho detto – e ribadisco – che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse”. Il presidente del Pd Matteo Orfini fa scudo sul presidente del Consiglio: “Così offende milioni di lavoratori”.”Io mi ritengo molto onesto”, è la replica, invece, del leader di Confindustria Giorgio Squinzi. In campo contro Renzi anche il segeretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo: “Presidente – attacca – ci stupisca: si inventi una scusa per farci evitare lo sciopero”.  “Si salva il lavoro – è la contro reazione di Renzi – tenendo aperte le fabbriche e non alimentando polemiche, risolvendo le crisi industriali e non giocando a chi urla più forte”. Il premier è intervenuto al Business Europe presentando il jobs act – “l’idea è quella di provocarvi: liberiamo il sistema tradizionale italiano, l’art.18 simbolo di una tradizione italiana ora non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte”. “Ci sarà un decreto attuativo a gennaio – spiega – dopo che l’ultimo voto in Parlamento sarà il 9 dicembre”.  “Noi – dice ancora – siamo sicuri della necessità di cambiare l’Ue ma prima dobbiamo cambiare noi stessi. Dobbiamo dare un messaggio di cambiamento radicale”.  Renzi parla della legge elettorale. “In Europa se c’è un accordo tra i partiti è tutto è chiaro, in Italia non è così e quindi preferirei evitare le coalizioni”. Le riforme in Italia sono come “una password” per sbloccare il sistema e “il cambiamento radicale deve avvenire attraverso 7 riforme”. Il premier Matteo Renzi, incontrando al Business Europe i presidenti di Confindustria europei, elenca le 7 priorità del governo: la riforma della scuola, “per me è la prima”, la fiscalità che “va semplificata anche perchè in Italia è impossibile renderla più difficile”, la riforma della P.A, della giustizia civile, la riforma del lavoro, quella della legge elettorale e del Senato. Dire che governo nn ha consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono.Spiace che a farlo sia un sindacalista. “Le parole pronunciate questa mattina a Napoli dal segretario generale della Fiom sono gravi”. E’ il commento del segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, secondo cui “quando si e’ convinti di stare dalla parte giusta non si ha il bisogno di seminare settarismo e dividere ulteriormente il Paese, tra il bene e il male, gli onesti e i disonesti ecc”. “Se anche il Presidente del Consiglio va sopra le righe rispetto ai lavoratori che scioperano – fa notare Bentivogli – un sindacalista ha il dovere di rispettare tutti i lavoratori e garantire la loro liberta’ d’espressione qualunque essa sia. Incluso aderire o no alle iniziative sindacali”Bentivogli non manca di criticare anche le parole del premier relative all’abbattimento dell’art.18 come “ostacolo agli investimenti”: “L’articolo 18 non e’ mai stato un ostacolo agli investimenti, alle assunzioni e come dimostrano i 600 mila posti di lavoro perduti dal settore industriale, tutti di lavoratori tutelati dall’art.18, non impedisce i licenziamenti”. Secondo il sindacalista “le parole del premier rispondono piu’ a un botta e risposta propagandistico, che alla realta’ delle misure e al merito delle questioni. Gli investimenti si fanno ripartire riducendo il costo dell’energia, delle materie prime, della burocrazia, delle infrastrutture, liberalizzando l’accesso al credito, favorendo innovazione e ricerca”..Landini dai microfoni di RaiNews24 ha spiegato: “Io penso che i lavoratori dipendenti  sono senz’altro in quella parte del Paese di onesti che pagano le tasse, ma non ho mai pensato che chi e’ lavoratore autonomo non lo sia. Se non sono stato chiaro me ne scuso ma cerchiamo di evitare di strumentalizzare e aprire un dibattito su una dichiarazione mal riuscita e che comunque non affronta i problemi reali del Paese”.