(Adnkronos) – “Dal 2020 al 2022 abbiamo fatto investimenti per oltre 300 milioni di euro e tanti altri sono in programma per il biennio 2023-2024. Quest’anno Gsk compie 90 anni. Sono stati 90 anni di continua crescita e sviluppo nella ricerca, nella produzione e nell’export che hanno visto i nostri insediamenti di Verona, Parma e Siena partecipare al progresso della cura della salute con nuovi vaccini salvavita, anticorpi monoclonali innovativi (anche per il trattamento di Covid), antivirali all’avanguardia per le persone con Hiv”. Così Fabio Landazabal, presidente e Ad Gsk Spa, nel suo intervento in occasione di “InnovaCtion – cosa serve alle idee per diventare salute, impresa, futuro”, evento per confrontarsi sul valore della ricerca e dell’innovazione in sanità organizzato da GlaxoSmithKline in occasione dei suoi 90 anni di presenza in Italia.
“Gsk quest’anno cambia in tutto il mondo, separa l’attività su farmaci e vaccini da quella di prodotti di largo consumo per potersi concentrare di più sulla scoperta di nuovi vaccini e terapie, anche fornendo soluzioni per la salute globale dovute ai cambiamenti climatici. Abbiamo un nuovo logo per rappresentare questa nuova era – sottolinea – in cui la scienza e la tecnologia ci consentono di avere la visione più ambiziosa di estirpare la malattia, ma sappiamo che per raggiungere questo obiettivo dobbiamo farlo insieme alle istituzioni, al mondo accademico, alle società scientifiche e alle associazioni pazienti”.
“Da questo spirito nasce il nostro evento di oggi InnovAction, innovazione finalizzata all’azione, ovvero al risultato per la persona, per la comunità, per il paziente: la migliore strategia per prevenire la malattia – afferma Landazabal -. Questi sono gli stessi obiettivi che il Governo italiano ha definito per l’evoluzione del Ssn, investendo le risorse disponibili del Pnrr per essere più vicino al paziente, per creare una rete di fiducia che promuova la salute e qualità della vita”.
“Per realizzare tutto questo – ha poi concluso l’Ad di Gsk – dobbiamo rendere priorità le risorse disponibili per la vaccinazione. Ad oggi, infatti, le risorse disponibili per il Piano nazionale di immunizzazione sono minori del 0.5% della spesa sanitaria nazionale. Questa è chiaramente la fotografia di un sistema sanitario basato sulle terapie e non sulla prevenzione. Adesso siamo di fronte a un cambio di paradigma dove l’obiettivo della vaccinazione non solo è prevenire la mortalità infantile, ma anche prevenire malattie debilitanti o mortali nella popolazione adulta, mediante l’utilizzo di vaccini moderni, efficaci e sicuri. Sappiamo che per raggiungere tale obiettivo i vaccini per l’adulto devono essere disponibili per tutti, indipendentemente dalla Regione in cui si vive. Ma è anche necessaria una pianificazione che consenta di raggiungere la copertura ideale al fine di debellare le malattie e migliorare la qualità di vita dei pazienti”.