LANCIA L’ALLARME SULLA CHAT E VIENE LIBERATA: ERA STATA PROMESSA IN SPOSA DAL PADRE PADRONE PER SOLDI

Quando si dice le formidabili potenzialità della tecnologia: è stato grazie alla capacità nel saper accedere ad una chat attraverso un gioco per smartphone, se è riuscita ad uscire dall’incubo. La ragazzina infatti viveva segregata in casa dal padre aguzzino, un 49enne serbo, che dopo averla ‘venduta’ alla famiglia del suo futuro marito la teneva ‘prigioniera’ affinché non fuggisse, vanificando così il suo guadagno. Agganciatasi tramite wi-fi ad una connessione, la ragazzina è entrata in confidenza con un suo coetaneo siciliano. Nel tempo tra i due si è instaurata una forte amicizia, così la 13enne ha un giorno ha finalmente deciso di raccontare al suo amico virtuale la sua odissea. Il ragazzino ha quindi chiamato la polizia che a sua volta ha girato l’allarme un centro antiviolenza fiorentino il quale, d’ufficio, ha avvertito Squadra Mobile della Questura di Firenze. Le indagini non state semplici, anche perché si conosceva soltanto il nome di battesimo della ragazzina. Oltretutto la 13enne poteva comunicare tramite wi-fi soltanto quelle rare volte in cui, a passeggio con i genitori (che non la facevano muovere), riusciva ad agganciarsi alla rete. Tuttavia, gli uomini della Squadra Mobile fiorentina sono infine riusciti a rintracciare il padre-padrone e l’appartamento nel quale la piccola viveva segregata. E’ stata così ricostruita una vicenda squallida e indegna: la bimba era promessa in sposa ad un connazionale residente in Francia. Gli accordi raggiunti con il padre del futuro marito prevedevano che la ragazzina avrebbe accettato il matrimonio in cambio del pagamento di una somma di 15mila euro. Circa 10 mesi dopo l’accordo, la famiglia del futuro sposo è ritornata a Firenze per il fidanzamento ufficiale e, nell’occasione ha versato un anticipo di 4mila euro, stabilendo inoltre di comune accordo che la ragazza, entro il settembre 2016 avrebbe dovuto essere portata in Francia. Nel frattempo, i serbi di Firenze – pena la restituzione della ‘caparra’ – si sono impegnati a garantire la verginità, ed il dimagrimento della ragazzina, e le capacità di svolgere le faccende domestiche.
M.