(Adnkronos) – La condizione drammatica dei Pronto soccorso è “la cartina al tornasole della crisi profonda che stanno attraversando gli ospedali del nostro Paese. I posti di degenza ordinaria e di terapia intensiva sono insufficienti, non raggiunge livelli accettabili nemmeno il personale specialistico, soprattutto in determinate aree come la medicina d’urgenza, la terapia intensiva, l’anestesia e rianimazione, ma anche in altre aree mediche e chirurgiche. La situazione dei Pronto soccorso con centinaia di cittadini in attesa di ricovero, dunque, “non è altro che la conseguenza di decenni di sottofinanziamenti e di mancanza di programmazione degli ospedali”, denuncia il Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani (Fossc), che riunisce i medici di diverse discipline che ogni giorno curano i pazienti negli ospedali.
“Il problema dei Pronto soccorso è la punta dell’iceberg di un sistema ospedaliero che è in affanno – affermano le 30 società scientifiche riunite nel Forum – è il risultato di anni di tagli al Ssn: in 20 anni sono stati chiusi 300 ospedali con 80mila posti letto in meno e dal 2007 ad oggi perse 50 mila unità di personale. Il Pnrr destina agli ospedali solo pochissime e insufficienti risorse. Questa crisi, che denunciamo da mesi, è destinata ad aggravarsi, sia per i cittadini che si rivolgono agli ospedali per situazioni di emergenza, ma anche per tutti i pazienti affetti da patologie croniche, complessivamente diversi milioni di cittadini”.
“È ferma”, in particolare, la “perplessità” degli specialisti “sugli ‘ospedali di comunità’ come unica forma di intervento sulle strutture del sistema sanitario nazionale. Tra l’altro per come questi ‘ospedali’ sono stati concepiti rientrano in una concezione obsoleta e inadeguata a far fronte alle tante e diverse complessità poste in essere dalle domande di salute della medicina moderna. Appena pubblicato il Pnrr, abbiamo capito subito l’inadeguatezza delle misure previste nella Missione 6 e ci siamo organizzati con una piattaforma che abbiamo presentato al ministro Speranza, avanzando proposte per una modifica del Dm 70. I fatti che ora riguardano il pronto soccorso purtroppo danno ragione alle nostre precedenti preoccupazioni, formalizzate peraltro al ministro da mesi”.
“Va ripensato il ruolo degli ospedali – sottolineano le società scientifiche – all’interno di un nuovo modello di cura in un sistema sanitario più efficace, sostenibile e utile al cittadino. E non partendo da documenti, già diffusi sulla stampa, che sono stati bocciati dalle società scientifiche e dallo stesso ministro della Salute, perché addirittura peggiorativi della già grave situazione determinata dal decreto ministeriale sugli standard ospedalieri (Dm 70 del 2 aprile 2015), provvedimento che va invece profondamente rivisto”.
Gli operatori sanitari – ricorda il Fourm, di cui è coordinatore Francesco Cognetti, presidente Foce Confederazione oncologi cardiologi ematologi – sono inadeguati in rapporto alla popolazione del nostro Paese: i medici specialisti ospedalieri sono circa 130mila, 60mila unità in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Il numero complessivo di posti letto ordinari è molto più basso rispetto alla media europea (314 rispetto a 500 per 100mila abitanti) e colloca l’Italia al 22esimo posto tra tutti i Paesi del Vecchio Continente. Anche per i posti letto in terapia intensiva l’Italia non brilla: se in era pre-Covid si contavano 8,6 posti ogni 100 mila abitanti, con l’emergenza sanitaria era stato previsto che venissero aumentati fino a 14 ma, in realtà, solo una piccola parte risulta effettivamente attivata e, comunque, con numeri nemmeno paragonabili rispetto, ad esempio, alla Germania (33 posti letto ogni 100mila abitanti).
“Questi dati – rimarcano in conclusione le società scientifiche – sono la dimostrazione che il Dm 70 è sbagliato, che è sbagliato soprattutto dopo 165.000 morti, che rappresentano la più alta mortalità fra i Paesi dell’Europa Occidentale, ignorare i problemi del sistema ospedaliero, che è sbagliata la contrapposizione ospedale territorio, che è sbagliato riproporre la vecchia logica della de-ospedalizzazione, che è sbagliato svalutare il ruolo del più importante presidio per la cura degli acuti, che è solo l’ospedale. Noi chiediamo al ministro con urgenza di riconvocare il tavolo di confronto avviato per ricercare insieme, e con il senso di responsabilità che ci contraddistingue, le soluzioni necessarie”.