Home NOTIZIE LOCALI Lago di Mezzano, rave party: è querelle politica, le posizioni

    Lago di Mezzano, rave party: è querelle politica, le posizioni

    Il rave party presso il lago di Mezzano, nel viterbese, al confine tra Lazio e Toscana prosegue nonostante la morte del ragazzo di 25 anni, e della bufera di polemiche che ne è seguita.

    Il festival tecno non autorizzato, iniziato domenica in occasione di Ferragosto, tra musica altissima, camper e caos va avanti malgrado il giallo di una presunta seconda morte non confermata dalle forze dell’ordine.
    Da istituzioni e forze dell’ordine è in atto una trattativa volta allo sgombero: i raver non sembrano intenzionati allo stop malgrado casi di coma etilico, disordini, difficoltà nei soccorsi e presunti episodi di violenza fomentati da alcol e sostanze stupefacenti, oltre al timore che diventi un gigantesco focolaio di covid.
    L’assessore regionale alla Sanità del Lazio, D’Amato, l’ha l’ha definito “fuori controllo: nessuna trattativa è possibile. Va ripristinato il corretto ordine pubblico identificate le persone e individuate le responsabilità di un simile assembramento.”
    I sindaci del territorio – Valentano, Laterà e altri Comuni della Toscana Giorgia Meloni, e Matteo Salvini, hanno chiamato in causa la ministra Lamorgese. Il questore di Viterbo era stato chiaro: impossibile sgomberare con la forza un’area così ristretta e così piena di persone e veicoli, in una zona in cui la vegetazione è secca e basterebbe una scintilla a far scoppiare un incendio.

    L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ha confermato i rischi dell’uso di mezzi pesanti e lacrimogeni per lo sgombero: sul piano operativo, affermano, interventi coatti potrebbero generare rischi e danni a persone e ambiente. L’azione persuasiva, invece, ricorano, ha già liberato l’area di di circa 1.500 soggetti