Ladispoli: Laganà e Pederiva abbandonano il M5S

Gentile direttore,

le inviamo queste poche righe per render noto che lasciamo il Movimento 5 stelle. Ci sembra doveroso comunicare questa scelta, in quanto entrambi siamo stati candidati alle ultime elezioni amministrative sotto le cinque stelle. La goccia (o, per meglio dire, l’acquazzone) che ha fatto traboccare il vaso, fino a mandarlo in pezzi, è stata l’ultima consultazione on-line, dedicata alla scelta dei partner con cui costituire il gruppo europarlamentare. Il valore della votazione, in termini di democrazia diretta e trasparenza, è stato azzerato da azioni sistematiche e sapientemente distribuite nel tempo. Si possono individuare tre momenti.

1) Nella fase pre-elettorale, non si avvia alcun dibattito né sui 7 punti proposti da Beppe Grillo (che divengono ipso facto programma ufficiale per le elezioni europee, malgrado la loro ambiguità e inappropriatezza) né sui futuri partner europei, nonostante ci sia, a nostro avviso, il tempo, il modo e, soprattutto, la necessità: conoscere la collocazione politica nell’emiciclo europarlamentare è un elemento fondamentale di scelta al momento delle votazioni nazionali. E’ come se ad un viaggiatore, fermo alla banchina ferroviaria, si chiedesse di prendere un treno, senza comunicargli la destinazione. Dimenticando che, in Politica, più importante del partire, è l’aver chiara la direzione (o il progetto, la visione, che dir si voglia).

2) Nella fase post-elettorale, si mette in atto una capillare campagna mediatica a favore del gruppo politico Ukip e palesemente avversa ai Verdi. La duplice azione propagandistica scaturisce dal colloquio privato tra Grillo e Farage, da un lato, e dalle frizioni con i rappresentanti del gruppo dei Verdi, dall’altro. Per conseguenza, anche l’informazione ne risulta estremamente polarizzata, in quanto ai mass media che dipingono ogni scelta a cinque stelle come folle o risibile, il Movimento risponde con un’informazione altrettanto parziale, tentando in ogni modo di alleggerire l’impalcatura ideologica dell’Ukip, fortemente connotata da tratti xenofobi, come si evince senza ombra di dubbio dal programma politico pubblicato sul sito ufficiale del suddetto partito (www.ukip.org). Tutto ciò avviene a dispetto di una delle finalità fondanti del M5S che, come tutti ricordano, è (o era) la chiarezza dell’informazione e il suo riequilibrio, che non si ottiene contrapponendo due valori uguali e contrari, la cui somma algebrica (e democratica) è pari a zero, ma sforzandosi di trasmettere notizie attendibili, documentate e complete. L’informazione corretta e trasparente, infatti, è il presupposto, faticoso da raggiungere, ma imprescindibile, di una votazione consapevole, quindi democratica. L’urgenza e la presunta condizione eccezionale (“il siamo in guerra”, tante volte ripetuto) in cui, ormai da mesi, per la verità, il Movimento pare debba prendere tutte le decisioni, sfavoriscono nel cittadino l’approfondimento e la riflessione a vantaggio dell’emotività.

3) Il momento della consultazione on-line, infine, svela la farsa: il cittadino iscritto al portale 5S può scegliere di far confluire il Movimento nel gruppo chiamato EFD (di cui l’Ukip è la componente maggiore) oppure nell’ECR (il gruppo dei Conservatori inglesi) o di non iscriversi ad alcun gruppo europarlamentare. L’assenza di tutti gli altri gruppi politici, compresi quelli più affini al programma 5S, come i Verdi, è sconcertante. Tanto più che il post di Grillo, pubblicato per dare avvio alle consultazioni, specifica con una nota a piè pagina che, qualora l’opzione più votata non sia percorribile, si considererà valida la successiva per numero di preferenze. Se la costituzione di un gruppo europarlamentare era comunque subordinata alla possibilità o meno di raggiungere un accordo con gli interlocutori europei, perché non estendere il campo delle opzioni a tutte le forze in gioco? La visione che la base ha dell’Europa, forse, sarebbe risultata meno ambigua. In definitiva, le fasi 2 e 3 possono essere riassunte così: dopo settimane di lodi sperticate ai numeri dispari e notizie screditanti sui numeri pari, si chiede ai cittadini di scegliere “liberamente” tra 3, 7 e 0. Il risultato di tanta orchestrata ambiguità è che oggi ci ritroviamo alleati in Europa con partiti chiaramente collocati a destra (alla faccia del “né a destra né a sinistra”) e che vorrebbero l’Europa ridotta solo ad un’area di libero scambio (niente di più lontano dalla visione di chi scrive). Tirando le somme, pur riconoscendo al Movimento il grande merito di essere l’unica vera opposizione parlamentare e di aver contribuito in modo fondamentale al rinnovamento della classe politica, scuotendo dall’atavico immobilismo anche gli altri partiti; pur apprezzando il lavoro dei molti attivisti che, da Nord a Sud, impiegano tempo ed energie nel tentativo di cambiare veramente le cose, noi non accettiamo più che su questioni di metodo e di principio tanto importanti (e calpestati non ora per la prima volta) simpatizzanti, attivisti, parlamentari e “capi politici” non si fermino a riflettere, per fare chiarezza, per capire se l’azione ha seguito veramente il pensiero e i principi dichiarati in partenza. Non era questo il Movimento nel quale abbiamo riposto il nostro impegno e le nostre speranze e che avrebbe dovuto costituire un cambiamento culturale soprattutto nel “modo” di fare Politica, inteso non come mera sostituzione delle persone nei posti di potere, ma come impegno personale e collettivo, come fine della delega in bianco, come sforzo del singolo e del gruppo, che autonomamente si informa e contribuisce a tenere il timone nella giusta direzione… Purtroppo, ci sembra che proprio questo ruolo fondamentale e carico di responsabilità sia venuto a mancare in nome della necessità di “vincere”. D’altra parte, la presenza nel Movimento di voci perplesse o in aperto dissenso come noi, è rifiutata in modo esplicito dallo stesso Grillo, che in un recente post sul blog (“Il paradiso può attendere”), scrive: “[…] all’interno del M5S alcuni si fanno trascinare in polemiche sterili per affermare una propria alterità, marcare un territorio, un’indipendenza ostentata. Il M5S non ha bisogno di queste persone…” Il dissenso, qui declassato a “polemiche sterili”, lungi dall’essere valorizzato come spinta al miglioramento, diventa un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo. Per noi, invece, il modo di andare influenza il modo di arrivare: se la meta si raggiunge di corsa, il traguardo si taglierà da corridori, se si arriva in volo, da aviatori. Allo stesso modo, chi è dispotico durante la gara, lo sarà ancor di più da vincitore, perché sembrerà che l’aver tiranneggiato sui compagni di squadra sia stata una qualità decisiva per la vittoria. A chi si chiede cosa faremo adesso, rispondiamo candidamente che da molto tempo siamo in cammino come cittadini attivi e continueremo ad esserlo, perché crediamo in una cittadinanza critica, informata e impegnata come presupposto fondamentale per un vero e radicale cambiamento. Abbiamo sostenuto il Movimento 5 Stelle perché l’abbiamo visto, o abbiamo creduto di vederlo, camminare accanto a noi, perché ci sembrava la scelta più coerente con le nostre idee. Oggi non è più così, ma, attenzione, non pensiamo di essere noi a prendere un’altra via: è il Movimento, ai nostri occhi, che ha cambiato la direzione dichiarata in partenza.