Proviamo a dare corso ad uno sviluppo che di giorno in giorno appare sull’utilizzo dello Sputnik V il vaccino russo. Un dovere sapere i traguardi raggiunti nel mondo medico scientifico nella lotta al Covid-19. Risultati che superano pregiudizi storici e politici. Al momento ha superato molti confini lo Sputnik V da quando è stato approvato da più di 40 Paesi nel Mondo, tra piccoli e grandi. La Repubblica di San Marino nei passati giorni fino all’Argentina all’India e molti altri.
In merito alla co-produzione del vaccino russo contro il Covid-19 – lo Sputnik V – il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, così ha risposto a una domanda della stampa sui particolari relativi all’accordo per la produzione dello Sputnik in Italia: “si stanno stabilendo in diversi Paesi contemporaneamente” (quindi, compresa l’Italia; Ndr) accordi per la produzione e questo ha sottolineato “aiuterà a soddisfare in modo rapido le esigenze di un mercato in crescita […] Per quanto riguarda l’impostazione della produzione in Italia” – Peskov ha poi invitato i giornalisti a “contattare il Fondo russo per gli investimenti diretti, che si occupa di questo”. Concludendo il portavoce del Cremlino: “sul fatto che si tratti di uno dei vaccini più popolari al mondo e, probabilmente, tra i più affidabili, nessuno ora può più avere dubbi”.
L’Italia nell’Unione europea è stato il quarto paese dopo Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, tutti membri effettivi dell’UE che non vuole aspettare oltre e vuole fare affidamento al vaccino russo – Sputnik V – approvato o in corso di approvazione con procedure nazionali. Anche l’Austria ora segue l’Italia e ha preso contatti con la Russia per una possibile consegna del vaccino russo e una possibile produzione in Austria. Il cancelliere federale Sebastian Kurz aveva già ribadito più volte e sottolineato che l’approvazione da parte dell’EMA (ente europeo) era un prerequisito per le consegne in Austria.
L’Italia quindi si è candidata e si prevede – sembra, sarà il primo Paese in Europa per la costruzione del primo impianto per la produzione del vaccino russo Sputnik V, nonostante l’approvazione da parte dell’UE per lo Sputnik V presso l’Agenzia europea per i medicinali EMA è ancora in corso d’opera.
L’efficacia dello Sputnik V è quindi paragonabile a quella dei vaccini già approvati nell’UE. Secondo la Camera di Commercio Italo-Russa, si prevede di iniziare la produzione a giugno e di produrre dieci milioni di unità di vaccini entro la fine dell’anno. Un accordo storico per le aziende italiane al di sopra delle differenze politiche. Il processo produttivo del vaccino russo Sputnik porterà nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato. La produzione prevista è di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno.
La Camera di Commercio Italo-Russa – CCIR al fine di cooperare per lo sviluppo della collaborazione economica, commerciale, tecnica, giuridica, scientifica e culturale tra l’Italia e la Federazione Russa, aveva avviato in tal senso contatti fin dal mese di ottobre 2020 col supporto dell’Ambasciata Italiana a Mosca. Sono stati promossi incontri tra imprese italiane ed europee e le imprese e le istituzioni russe al fine di verificare le opportunità di cooperare per la produzione del vaccino russo Sputnik V in Italia. E la stessa nota CCIR ribadisce che “gli incontri, promossi dalla Camera di Commercio italo-russa, hanno avuto lo scopo di identificare alcuni partner strategici in Italia per predisporre la produzione del vaccino Sputnik V sul territorio italiano, utilizzando le conoscenze e le eccellenza italiane dell’industria italiana del farmaco per fronteggiare la crescente richiesta di dosi dei preparati vaccinali”. Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Russa, Vincenzo Trani, ha confermato che “le imprese italiane sono strategiche, hanno capacità e competenze uniche nel panorama europeo e sono in grado di affrontare il mercato con flessibilità e rapidità”.
Intanto le autorità russe sono al lavoro, con oltre 20 progetti di collaborazione in Europa e, come sopra accennato – il vaccino Sputnik V ribadiscono lo hanno registrato in oltre 45 nazioni al mondo.
Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Russa Vincenzo Trani continua – L’accordo tra Russia e la nostra impresa associata è il primo accordo con un partner europeo. Un accordo storico che mostra lo stato di salute dei rapporti tra i nostri due Paesi e sottolinea come le imprese italiane sanno vedere oltre le polemiche politiche. Questa partnership arriva dopo molti mesi di dialogo grazie anche al prezioso supporto dell’Ambasciata italiana a Mosca. Da sempre la CCIR promuove il Made with Italy, in questo caso essendo noi una camera di commercio mista, promuoviamo il Made with Russia. Sono certo che questa collaborazione permetterà nuovi investimenti nel settore farmaceutico in Italia con ricadute positive in termini occupazionali a beneficio dell’intero indotto. In questo momento la creazione di un vaccino sicuro e disponibile per tutti è fondamentale per far uscire, da questa situazione di instabilità per la salute pubblica, le imprese e le economie dei nostri paesi. Noi abbiamo fatto una “staffetta” senza casacche o bandiere politiche” ha concluso il presidente Trani.
Dopo la stretta collaborazione avviata nel marzo 2020 all’inizio dell’emergenza pandemia con l’arrivo degli aiuti russi all’aeroporto militare di Pratica di Mare diretti in Lombardia, questo è un altro passo storico che vede una consolidata vicinanza nei rapporti tra Italia e Russia, e le imprese italiane, in collaborazione, che vanno oltre polemiche para-politiche ovvero sterili pregiudizi.
Un grande passo in avanti dato che lo Sputnik V era stato fin dall’inizio messo all’angolo e persino giudicato inaffidabile. Ora invece la produzione del vaccino russo Sputnik potrà creare nuovi posti di lavoro e potrà permettere all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato. La produzione dovrebbe iniziare a luglio prossimo ed entro la fine del 2021 si potranno produrre 10 milioni di dosi di Sputnik V. Se pensiamo che la situazione epidemiologica in Italia sembri peggiora, ad un anno esatto dell’istituzione del “Confinamento” o blocco nel Paese volgarmente detto lockdown, queste buone nuove notizie a fronte di possibili re-introduzioni di nuove misure restrittive, ovvero la temibile zona rossa, fortemente temuta dagli italiani sono note di speranza per la ripresa dell’Italia.