Come recita uno dei saggi proverbi ‘Tutto il mondo è paese’, e dunque, anche nel bel mezzo di una guerra sanguinaria, artefice di orribili nefandezze e sfaceli economici, c’è spazio per un superfluo botta e risposta (come ne sentiamo quotidianamente al bar), solo che in questo caso, vista la popolarità dei protagonisti, è subito scaduta nel ‘gossip’.
E’ capitato che nel corso del ‘tour volto alla ricerca di armamenti’ (mai di pace), intrapreso dalla first lady ucraina, lo scorso 5 settembre, nell’ambito di un’intervista alla Bbc, la moglie del presidente Zelensky, la signora Zelenska, aveva chiesto sostegno per l’Ucraina ergo, anche armi all’altezza per contrastare le truppe russe.
Un ‘appello’ giustamente discutibile per chi odia l’uso delle armi. Tra questi anche il leader dei Pink Floyd, Roger Waters che, guarda caso, nacque proprio quando il padre morì nello sbarco di Anzio (e per questo ogni anno si reca ad omaggiarne la tomba). Udite le parole della first lady di Kiev, il leggendario musicista ha postato una lettera aperta sul suo profilo Fb, definendo – in una situazione del genere – la fornitura di armi all’Ucraina come “l’aggiunta di benzina sul fuoco“.
Parole che ad Olena Zelenska non sono affatto piaciute, così ha deciso di replicare all’ex Pink Floyd dal profilo Twitter, scrivendo che “è stata la Russia a lanciare un’aggressione contro l’Ucraina. Gli ucraini proteggono il loro Paese e il futuro dei loro figli. Se rinunciamo alla lotta, domani non ci saremo. Se la Federazione Russa rinuncia alla guerra, la guerra finirà”. Quindi, ha concluso la Zelenska, “Roger Waters dovresti chiedere la pace al presidente di un altro Paese”.
Max