E’ a dir poi lodevole, quella che da ben 11 anni, sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’iniziativa Arteinmemoria sta portando avanti nella Capitale, ma con un riflesso geograficamente ben più ampio.
E già perché, sotto l’attenta cura di Adachiara Zevi, in questi 11 anni sono state incastonate tra gli storici sampietrini romani, ben 336 ‘stolpersteine’, ciascuna posta a ricordo dei moltissimi deportati nei casi di concentramento, e dei martiri del nazismo.
Persone, divenute improvvisamente vittime dell’odio razziale e politico, storie di ‘piccoli’ pezzi di vita, ‘colpevoli’ (secondo il folle disegno nazista), di aver visto la luce sotto una differente cultura.
Uno strazio, psicologico e fisico, che non ha risparmiato nessuno: dai più piccoli (come Emma Di Veroli, 2 anni), o l’anziana Amelia Coen, prelevata dalla sua casa e, come una bestia, rinchiusa in un vagone piombato diretto ad Auschwitz. Viaggi di sola andata, che hanno coinvolto milioni di persone. Di ogni ceto ed età.
Dunque, per questa edizione di Arteinmemoria, sono 21 le ‘stolpersteine’, per altrettanti protagonisti. Pietre d’inciampo che regaleranno il giusto ricordo anche di Orlando Orlandi Posti e a Ferdinando Agnini, studenti-partigiani, passati dalle sevizie di Via Tasso al mattatoio delle Fosse Ardeatine.
Come ha spiegato all’agenzia di stampa Ansa, la curatrice Adachiara Zevi, nonostante la pandemia ”Siamo riusciti a organizzare, nel rispetto delle normative anti-Covid quindi indossando mascherine e rispettando le distanze. Abbiamo purtroppo dovuto evitare il coinvolgimento delle scuole, e sono state contenute le presenze, ma è molto importante portare avanti l’iniziativa in modo non virtuale, ma in presenza”.
Max