Quando si parla di ambiente e di risultati da centrare, uno dei paesi che da sempre è stato considerato all’avanguardia in questo senso è sempre stato la Svezia che, da sempre, propone programmi e iniziative di stampo ambientali e, ora, può goderne ufficialmente gli effetti e i benefici. Con ben 12 anni di anticipo, la Svezia di gode un gran traguardo: ha raggiunto gli obiettivi ambientali fissati per il 2030. Un risultato straordinario per la Svezia che, al contrario di tanti altri paesi che sul fronte dell’adeguamento ai cambiamenti climatici ed alle trasformazioni tecnologiche, industriali e produttive ancora non hanno saputo mettersi al passo coi tempi in termini di eco sostenibilità e rispetto ambientali, dimostra un’anima green assolutamente encomiabile.
La Svezia è a capo di un virtuoso stuolo di Stati che porta avanti una sorta di rivoluzione verde ed è nei fatti il solo paese ad aver raggiunto con un enorme anticipo gli obiettivi ambientali fissati per il 2030. Tra gli obiettivi centrati dalla Svezia c’è quello volto, nell’ambito delle energie rinnovabili, a produrre 18 Terawattora di energia pulita. E’ stato possibile riuscirci grazie all’idea di base: puntare tutto sull’eolico.
E da adesso in poi, fino al 2030, la Svezia proseguirà con un nuovo obiettivo: aggiungere altri 18 TWh al totale dell’energia rinnovabile prodotta. Del resto la Svezia è a capo del movimento che porta alla transizione dall’energia fossile a quella rinnovabile: entro il 2040 l’obiettivo della Svezia è anche quello di produrre il 100% di energia rinnovabile e di produrre zero emissioni di gas serra.
Da altre parti del mondo, naturalmente, la situazione è ben diversa. Il tema stesso delle energie rinnovabili peraltro è affrontato in modo piuttosto controverso e differente, e il quadro che ne viene fuori è molto disomogeneo: ad esempio in Asia, dove molti paesi hanno comunque investito parecchio sul green, la rinnovabilità rappresenta oltre il 40% della capacità rinnovabile del mondo, mentre invece ci sono paesi anche piuttosto avanzati tecnologicamente e sul piano industriale in Europa che, viceversa, sono fanalini di coda e vantano, si fa per dire, numeri davvero poco consoni.