L’ultimo colloquio telefonico fra i due ci riporta allo scorso 29 marzo ed oggi, il presidente francese Emmanuel Macron, e quello russo, Vladimir Putin, sono tornati a parlarsi telefonicamente.
Una chiamata di due ore 10 minuti, nel corso dei quali il patron dell’Eliseo ha cercato di ‘ammorbidire’ lo Zar rispetto alla dura chiusura dimostrata ne confronti di Kiev.
Tuttavia per quanto ‘recalcitrante’, Putin ha assicurato a Macron che la Russia “è ancora aperta al dialogo con Kiev”, sottolineando allo stesso tempo che, come rimarcato più volte in altrettante occasioni, le autorità ucraine a suo giudizio non sono state abbastanza “serie” in merito ai negoziati.
Quindi il capo del Cremlino avrebbe ribadito a Macron che i paesi occidentali, Bruxelles in primis, ”ignorano i crimini di guerra commessi dalle forze ucraine, ed i massicci bombardamenti di città e villaggi del Donbass, a causa dei quali molti civili muoiono”.
Inoltre, dopo aver assicurato che i russi hanno acconsentito alla ‘liberazione’ degli ucraini asserragliati all’interno delle acciaierie di Mariupol, Putin ha attaccato: “L’Occidente deve smetterla di inviare armi a Kiev”.
Quindi il capo del Cremlino, spiega un comunicato, “ha aggiornato la controparte francese sui progressi nell’operazione militare speciale per proteggere le repubbliche del Donbass, incluso la liberazione di Mariupol e l’evacuzione dei civili bloccati dai nazionalisti nell’impianto Azovstal”.
Ovviamente nell’ambito del lungo e ‘cordiale’ colloquio telefonico, Macron ha colto l’occasione per esprimere a Putin la sua “profonda preoccupazione”, circa n’eventuale escalation del conflitto. Perplessità rispetto alle quali lo Zar ha replicato sottolineando che “la situazione è complicata principalmente a causa delle sanzioni dei paesi occidentali“.
Max