Come già accaduto in altr circostanze, solo una volta ’messa alle strette’ la Russia ha riconosciuto le sue responsabilità in merito al ’guaio di turno’. E non parliamo di ’cosine’ da nulla. E’ infatti accaduto che nelle scorse settimane nel nord Italia e sul resto dell’Europa, sia stata registrata un’eccessiva presenza nell’aria di Rutenio-106 (un isotopo radioattivo). Ebbene, soltanto oggi il servizio meteorologico del Cremplino ha ’candidamente’ ammesso che la nube radioattiva – con valori quasi mille volte oltre la norma – proveniva dalla Russia. Immediatamente lagenzia nucleare Rosatom ha tenuto però a precisare chiarito che sono stati registrati incidenti non dichiarati, o eventi di rilievo, in nessuno dei suoi siti nucleari, spiegando che i livelli di Rutenio-106 individuati in Italia e nel resto d’Europa, non sono tali da destare preoccupazione, sia per la salute che per l’ambiente. Ma la nube mette ansia. Suggestiona. D’altro canto il mistero è fitto, e il Rutenio fa paura. Il rutenio-106, è un prodotto di decadimento (scarto), dalle reazioni nucleari: il combustibile base, quello iniziale, è tipicamente uranio o plutonio, che a sua volta questo si divide poi in nuclei minori, destinati quindi decadere per mezzo di una serie di diversi elementi radioattivi.Ciò che maggiormente irrita, è che al momento le autorità russe non hanno confermato la fonte della perdita. Dal canto suo il servizio meteorologico di Mosca ha reso noto che la più alta concentrazione di Ru-106 sarebbe stata registrata in un villaggio nella regione di Chelyabinsk (negli Urali meridionali, a circa 30 chilometri dove sorge l’impianto di Mayakad), ad Argayash. Da quanto riferito, si tratterebbe di un sito dove avviene la rilavorazione del combustibile nucleare esaurito, esattamente dove – nel 1957 – avvenne uno dei peggiori disastri della storia. In molti si sono domandati a quali rischi siamo stati eventualmente sposti maì, riferisce il ’Guardian’, benché i valori più alti riportati di Rutenio-106 siano stati 986 volte oltre la norma, all’atto pratico i livelli di base sono vicini allo zero, tanto è che gli esperti di sicurezza nucleare, ritengono ’improbabile’ che la perdita costituisca un rischio per la salute o richieda l’evacuazione di persone nelle vicinanze. Che dire….
M.