Dal nono al quinto posto a meno uno dalla zona Champions. Non sarà tutto oro quello che luccica ma nella nuova Rona targata De Rossi la sensazione è che il post Mourinho sia stato traumatizzante più per i tifosi che per la squadra.
Dopo i tre punti col Verona eccone altri tre a Salerno in una gara da brutti, sporchi e cattivi che ha il merito di consolidare lo spirito di gruppo in attesa di tempi migliori.
Con i granata di Inzaghi all’ultima spiaggia e senza tifosi al seguito (solo i 300 non residenti nella regione Lazio hanno potuto partecipare alla trasferta campana), i giallorossi hanno preso possesso della gara nella prima frazione con un possesso palla sterile che non ha mai messo l’attacco nelle condizioni di battere a rete.
E’ stata anzi la Salernitana a rendersi pericolosa in più di un’occasione e il merito dei granata è stato quello di togliere fiato e spazio ad una Roma sotto ritmo e incapace di cercare l’uno contro uno sulle fasce.
Emblematica in questo senso la prova di Dybala, fuori dal gioco e dagli schemi e spettatore non pagante di una partita che ad inizio ripresa, complice l’ingenuo fallo di mano di Pierozzi in area, ha consegnato ai giallorossi il rigore che sbloccava il risultato.
Il bel raddoppio al 65’ di Pellegrini, il migliore in campo per continuità e partecipazione agonistica (anche se una brutta entrata a metà campo nel pt poteva costargli cara) regalava alla Roma la sensazione illusoria di una gara già finita.
Peccato grave perché due minuti dopo il goal di Kastanos di testa (con difesa schierata ed immobile) dava nuova energia alla Salernitana che chiudeva i giallorossi nella propria area negli ultimi, soffertissimi 20’.
Incapace di fraseggiare e mandare a vuoto l’aggressione sui portatori di palla del centrocampo granata, la Roma finiva letteralmente in apnea tra calci d’angolo a ripetizione e mischie in area da brivido.
Sfatato il mal di trasferta (i giallorossi non vincevano lontano dall’Olimpico da inizio dicembre, e quella dell’Arechi è solo la terza vittoria stagionale), la squadra di De Rossi, che ha insistito col 4-3-3 è chiamata ora allo scatto definitivo verso la ritrovata stabilità contro il Cagliari all’Olimpico.
Tempo per migliorare e registrare i meccanismi di partecipazione collettiva al gioco ce n’è prima di rituffarsi nel doppio impegno settimanale con l’arrivo dello spareggio di Europa League contro il Fejenoord.
Con De Rossi che difende tutti a fine partita (anche il tremebondo Rui Patricio) e dimostra di aver scelto la strada opposta a quella del suo predecessore, capace di scaricare sistematicamente e a domeniche alternate, i giocatori individuati come i responsabili delle sconfitte.
Vincere può aiutare questo percorso di crescita e il quarto posto a meno uno (un vero miracolo visto l’andamento finora deludente oltre ogni aspettativa della squadra), regala sorrisi e speranze in vista del futuro.
Rui Patricio 5,5, Karsdorp 6, Mancini 6, Llorente 5,5, Kristensen 5,5, Bove 5, Cristante 6, Pellegrini 6,5 (Dall’88’ Huijsen ng), Dybala 6 (Dal 71’ Aouar 5), Lukaku 5, El Shaarawy 5,5 (dal 78’ Zalewski 5,5).
All. De Rossi 6
Claudio Fontanini