Un insieme di concause riassunte nel nuovo Bollettino trimestrale di Bankitalia (intitolato ai progressi dell’economia italiana), lasciano intravedere positive condizioni per poter sperare in una possibile riduzione del debito. Tra queste, le ’ritrovate’ condizioni del credito e lo stato di salute delle banche, lo scatto della ripresa, e il numero degli occupati, tornato ai livelli pre-crisi: Occupati che lamentano però di essere sottoutilizzati, a fronte di una modestissima crescita dei loro stipendi. Dicevamo la crescita. Il Bollettino segnala infatti l’accelerazione del Pil, allo 0,5 per cento sul periodo precedente,così come il lavoro che, si legge, “Il numero degli occupati è tornato ai livelli prossimi a quelli precedenti lavvio della crisi. Si registra tuttavia un calo delle ore lavorate del 5 per cento rispetto ai livelli pre-crisi, che evidenzia un ampio sottoutilizzo del fattore lavoro”. Dal canto loro però gli economisti di Via Nazionale tengono a precisare “le retribuzioni contrattuali sono cresciute in misura contenuta”. Quindi il debito, “Una significativa riduzione del debito appare conseguibile”, spiega Bankitalia, le cui stime “con i tassi di crescita del PIL in linea con quelli previsti è possibile una riduzione dello 0,4 per cento del rapporto debito/PIL, come previsto dal Governo”. Quindi, in merito alle banche, il Bollettino spiega che negli ultimi 12 mesi “i corsi azionari delle banche italiane sono cresciuti del 51 per cento, più di quanto sono cresciuti quelli delle altre banche dellarea delleuro. Intanto, continua la riduzione dello stock dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti (8,2 per cento nel secondo trimestre, al netto delle rettifiche di valore; era 9,2 per cento nel primo trimestre)”. Infine il credito: “Sono aumentati i prestiti erogati alle famiglie e alle imprese, ad esclusione del settore delle costruzioni. E migliora la qualità del credito: il tasso di deterioramento del credito è tornato in linea con i valori precedenti la crisi finanziaria”.
M.