Una ‘chiosa’ che lasci l’amaro in bocca, specie al termine di una “replica abbastanza breve” ma indiscutibilmente dura. Perché il premier, ascoltati i vari interventi dei partiti, ha chiuso la sua replica affermando: “Chiedo che sia posta la fiducia sulla risoluzione del senatore Casini“. Una risoluzione che, in sostanza recita: “udite le comunicazioni del premier, le approva‘”
Una ‘replica’ che si è trasformata in un addio: “Voglio innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto l’operato di questo governo con lealtà, collaborazione e partecipazione. Rispondo alle osservazione fatta dai senatori Licheri, Santanché, ed altri in cui sembro quasi mettere in discussione la natura della nostra democrazia, come se avessi detto che non è parlamentare. La democrazia è parlamentare ed è la democrazia che rispetto e riconosco. Vorrei rileggere esattamente le cose che ho detto“.
E dopo esser tornato sui passaggi ‘contestati’, il presidente del Consiglio ha tenuto a rimarcare “niente richieste di pieni poteri, va bene? Volevo rispondere a questo appunto ché è importantissimo“.
Ed ancora, “Perché il governo non è entrato nello Ius Soli, nella cannabis, nel ddl Zan? Perché il governo ha deciso di non intervenire – per la sua natura di governo fondato su un’ampia coalizione – su temi di origine parlamentare“.
Altro tema: “Sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire: c’è una posizione della commissione europea, si è aperto un tavolo con i sindacati e Confindustria. Continueremo la discussione, qualunque sarà la vostra decisione di oggi e credo che si possa arrivare a una proposta di salario minimo che non veda diktat del governo sul contratto di lavoro“.
Infine, “Sul superbonus voi sapete quello che ho sempre pensato ma il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Non ho molto altro da dire ma – ha quindi concluso – chiedo che sia posta la fiducia sulla risoluzione del senatore Casini “.
Max