LA MOSTRA ORIGINALE BODY WORLDS “IL CICLO DELLA VITA” GUARDIAMOCI DENTRO

 

Il corpo umano è stato oggetto di studio di molti scienziati, soggetto preferito

da inserire in modelli geometrici, opera d’arte da scolpire nel marmo, materia

plasmabile con esercizi ginnici e plasmata dai prodotti della natura.

Proprio il corpo umano, da sempre compagno di esperienze sensoriali,

sede di impulsi, scrigno del nostro io più intimo, esecutore di movimenti e

ambasciatore dei nostri pensieri, è il protagonista della mostra Body Worlds,

il cui fondatore è il rivoluzionario e latore di scandalo Gunther Von Hagens,

ospitata dal SET in Via Tirso 14 (zona Nomentana, Roma).

Attraversando i momenti salienti della vita dell’uomo, mediante la

progressista tecnica della plastinazione, che consente di conservare tutte le

componenti del nostro organismo, veniamo subito stupiti dalla fittissima rete

di vasi sanguigni (vanta una lunghezza di 96 500 km), dall’articolata trama

di nervi e dalla complessità degli apparati ai nostri occhi inspiegabilmente

concentrati e compattati insieme (basta pensare all’incredibile lunghezza

dell’intestino: 7 m circa).

La cosa più toccante è rendersi conto di quanto questa bellissima

“macchina”,creazione perfetta tra tutte, che, per la meraviglia che desta,

sembra quasi improbabile a concepirsi, sia soggetta a continui cambiamenti

dovuti a naturali esigenze ma anche a progressive regressioni e ad

aggressiva decadenza (si può osservare come le cellule tumorali devastino

completamente l’armoniosa orchestra regolata da un inimitabile direttore: il

cervello).

Un altro aspetto interessante è la campagna di sensibilizzazione che si

evince da dettagliate e comparate analisi; si può empiricamente comprendere

la forza soffocante del fumo, l’ubriaca energia dell’alcol e il disagio causato

dall’obesità.

È quindi esplicitamente consigliato uno stile di vita sano, alimentare e non

solo, che ci consenta di vivere bene il più a lungo possibile.

A muso duro con la morte, tappa inscindibile dalla nostra vita, che

caratterizza “statue” umane immortalate però in pose esaltanti, si riscontra il

prodigio che è in noi, lo straordinario che ci abita, ci alimenta, ci sconvolge,

anche perché a sua volta sconvolto.

Consapevoli di non essere solo anatomia, appurata la presenza di un mondo

misterioso e affascinante in ognuno di noi, si può affermare che il meglio

dell’uomo, vedendo poi il suo interno da fuori, stia quindi nella sua fragile ma

allo stesso tempo grandiosa potenzialità.