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La Meloni spiega ai sindacati le difficoltà incontrate nella manovra, e loro: “Avanti con la mobilitazione”

Figuriamoci, se esistono da 50 anni, ed a oggi la situazione dei lavoratori in Italia è quella che è (il ‘caporalato’ incombe mascherato da cooperative, e nel privato è di prassi), questo già la dice lunga sull’effettiva utilità dei sindacati se non in ambito politico.

E così oggi i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, alla stregua di un qualsiasi partito politico, oggi si sono seduti intorno ad un tavolo con la premier Giorgia Meloni, per confrontarsi sulla Manovra appena licenziata dal governo.

La Meloni ai sindacati: “All’interno della manovra, riguardo all’evasione fiscale non c’è “nessun segnale di lassismo”

Circa due ore e mezzo di colloquio nel corso del quale, inutilmente, il presidente de Consiglio ha cercato di spiegare che, all’interno della manovra, riguardo all’evasione fiscale non c’ènessun segnale di lassismo“. Così come, sempre in merito all’evasione, ha ribadito la Meloni, le misure legate al Pos e al tetto al contante, nulla hanno a che vedere .

La Meloni ai sindacati: “Il taglio del costo del lavoro è una nostra priorità, il problema sono le coperture”

Poi la premier, sul taglio del costo del lavoro, si è mostrata conciliante affermando chesono assolutamente d’accordo, è una nostra priorità: sarei felicissima di poter fare di più, il problema sono le coperture“. Anche per il taglio del cuneo fiscale, ha spiegato il capo dell’esecutivo, “abbiamo voluto dare un segnale ma vogliamo fare di più, queste sono state scelte di emergenza ma siamo d’accordo che il tema del taglio del costo del lavoro sia una priorità“.

La Meloni ai sindacati: “La flat tax non penalizza i lavoratori dipendenti. I voucher? E’ un tema delicato”

Sul tema flat tax, ha argomentato la Meloni, “non introduce alcun discrimine, non penalizza i lavoratori dipendenti mentre, “Quello dei voucher è un tema delicato, ha bisogno di ulteriori riflessioni, non deve diventare uno strumento per sottopagare i lavoratori”.

La Meloni ai sindacati: “Sull’indicizzazione delle pensioni ci riserviamo una ulteriore valutazione sulle soglie”

Infine, rispetto all’indicizzazione delle pensioni, ha aggiunto ancora la premier,  “ci riserviamo una ulteriore valutazione sulle soglie. Difendiamo le scelte fatte, perché abbiamo deciso di aiutare chi non ce la faceva e, visti i margini di spesa ridotti, abbiamo dovuto operare delle scelte“. Quindi, concludendo, “su opzione donna stiamo valutando proposte di modifica…“.

Landini, ‘deluso’ (tanto mica pagano i sindacati), non vuol sentire ragioni: “La mobilitazione prosegue”

Insomma, premettendo il livello di difficoltà economiche in cui il governo si è visto costretto ad operare, la premier si è mostrata disponibile ad un confronto costruttivo.

Tuttavia, ha poi spiegato il leder della Cgil, Maurizio Landini, lasciando Palazzo Chigi (nella foto), “Le risposte arrivate dal premier Meloni hanno confermato le profonde distanze sul fisco e precarietà e anche sulla tutela del potere di acquisto. Avevamo chiesto un taglio cuneo del 5 per cento e l’introduzione del fiscal drag ma non sono arrivate risposte se non un generico ‘valuteremo le risorse’. Risposte queste dunque – ha aggiunto – che rendono evidente la necessità di proseguire la mobilitazione“.

Dunque, in previsione dell’atteso tavolo di confronto, che partiranno a gennaio, per l’ennesima volta i sindacati mostrano di non voler sentire ragioni. Del resto che gli importa? Non spetta certo loro risolvere gli annosi problemi del Paese potendo contare su due spicci!

Max

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Max Tamanti