Avvicinato da un giornalista dell’agenzia di stampa AdnKronos, Matteo Salvini si è concesso ad un’intervista a tutto tondo che, dalla politica finisce per investire anche la sua sfera privata.
Ovviamente si parte dal fatto che, conti alla mano, attualmente – qualora se ne prospettasse l’occasione – il centrodestra non avrebbe abbastanza parlamentari per formare una maggioranza: “Non è un tema appassionante, ma ci si può arrivare, ne sono convinto”, replica d’impeto il leader della Lega, “Noi abbiamo lavorato la notte, per la manovra economica, non per cercare qualcuno, anche perché sono convinto che con una poltrona ai servizi e qualche altra cosa restano in piedi. Sono però certo che questo governo non possa tirare a campare a lungo, e quindi stante le elezioni la via maestra, noi siamo pronti come centrodestra“.
Tuttavia aggiunge ancora il numero uno del Carroccio, ”E’ pieno di parlamentari che non ne possono più di questa maggioranza, sono tantissimi, fra M5S e anche del Pd”.
Guai quindi a chiedere lumi rispetto a quei parlamentari che, da Forza Italia, hanno scelto di passare alla Lega, “Non vado a chiedere a nessuno di venire da noi, stiamo bene così, anno nuovo vita nuova”.
Altro quesito: a quando l’atteso confronto con il premier: “Non mi autoinvito a casa altrui. Conte mi ha detto ‘ti farò sapere’. Ma ha altri impegni con la maggioranza. Dovevamo parlare di Recovery, manovra, scuola… La manovra la stanno approvando, la scuola riprende il 7 gennaio…” e qui Salvini ricorda il messaggio whatsapp ricevuto da Conte: “Era il 10 dicembre: ‘Appena rientro verifichiamo date e concordiamo incontro‘”.
Sulla legge elettorale, Salvini commenta che “Il sistema elettorale proporzionale sarebbe la palude, ma non per la politica, per il Paese. Perché significherebbe non decidere più nulla rimanendo ostaggi dei partitini del 3% per tutta la vita. Significa tornare al pentapartito più ricatti e ricattini. Chi vuole il proporzionale vuole il male del Paese”.
L’Europa. Qui Salvini tiene a rivendicare la sua posizione: “Sovranista, populista? Credo poco alle etichette, sono stereotipi. Il Pd è democratico?“. L’unica cosa certa, avverte, è che la Lega non intende lasciare il gruppo di Identità e Democrazia: “E’ una cosa solo giornalistica, noi restiamo lì, con francesi, rumeni, coi tedeschi e con gli austriaci. E’ tutto un po’ surreale – aggiunge poi – in Ungheria c’è il cartello di tutti contro Orban, dai verdi ai socialisti, alla estrema destra di Jobbik, che prima venivano considerati a destra di Orban, ma ora per la stampa italiana è un movimento di centrodestra, mentre ieri erano neonazisti. Sarei già dovuto andare in Austria, in Portogallo, in Albania e in Serbia, ma per ora non puoi pianificare nulla”, spiega, in merito agli annoiati tour europei da compiere al fianco di Giorgetti.
Fra le prossime priorità sulle quali la Lega sta lavorando alacremente, le prossime elezioni, non ultime quelle romane, dove ora come ora, dice, la la situazione è in “stand-by” in quanto, “da una parte c’è Bertolaso-Fi, dall’altro Rocca-Fdi. Io sto provando a cercare altre ipotesi, io ho incontrato entrambi, ma ognuno è fermo sulle sue posizioni”. Del resto, spiega, “Ci sono tante elezioni in vista, le suppletive a Siena, le comunali da Milano a Napoli. A Bologna oggi si presenta un civico. C’è questo Battistini e noi andiamo a conoscerlo, perché già presentare una lista civica in quella città è degno di nota. Su Milano ho incontrato due o tre persone, un nome l’ho girato anche a Fi e Fdi”. E a riprova del fatto che il centrodestra stia vagliando ‘nomi nuovi’, sdoganati dalla politica, Salvini fa l’esempio di Napoli “dove c’è Maresca”.
Poi, altro tema, l’amara vicenda dei 18 marittimi di Mazara, tenuti sotto sequestro in Libia, e finalmente liberati: “Berlusconi dice che sono stati liberati per merito di Putin? Io so che è stato grazie alla nostra intelligence”. E sottolinea: “Io ho evidenza di quello che hanno fatto i nostri servizi, poi, se ci fosse stato un aiuto esterno, non vedo quale sarebbe la negatività”. Quanto ad un eventuale riscatto pagato ai libici, Salvini afferma che “Abbiamo pagato per gente ben diversa, non per chi stava in mare a pescare, non sarebbe uno scandalo se avessimo pagato anche in questo caso“.
Sulla situazione in Calabria dove, dopo la tragica scomparsa della governatrice Santelli, si rinnoverà la corsa Regionale, il numero uno della Lega spiega che “In Calabria si dovrebbe votare a febbraio, sempre che non rimandino, anche lì, gli alleati stanno ragionando di altri nomi, lì credo che si potrebbe vincere”.
Altro ‘tema del giorno’, Renzi e tutto il bailamme scatenatosi intorno alle sue minacce: “Renzi ha una disperata necessità di sopravvivere politicamente: deve agitarsi per ricordare al mondo che c’è, ma le sue minacce di crisi hanno una credibilità pari allo zero. Si accettano scommesse che verrà concesso qualcosa sui servizi segreti, e già è surreale che questo entri in una trattativa politica, ma a livello di governo non credo che cambierà nulla perché sennò gli crolla tutto in testa e quindi faranno finta di niente…”, e tiene a ribadire che “Renzi non l’ho mai incontrato, a parte in aula al Senato”.
Quindi il giornalista lancia dei nomi sui quali Salvini replica ‘di pancia’: “Mario Draghi? Non l’ho mai incontrato…. Non mi piace tirare nessuno per la giacchetta. L’alternativa a Conte sono le elezioni oppure un governo a guida centrodestra”. Piuttosto, riguardo ai nomi, rimarca il leghista, “quando parlo di un governo di centrodestra, non parlo di un ‘governo Salvini’, per intenderci”.
Quindi ‘le Sardine’: “Ormai sono scomparse – tuona – ma il vero problema dell’assenza dalle piazze è per noi, non poter fare cose pubbliche è limitante per noi, non per gli altri”, spiega in relazione al fatto che al momento sono vietate le manifestazioni pubbliche.
Il Santo Padre: “Il Papa? Mi piacerebbe incontrarlo, non perché lo abbia mai chiesto, è la guida spirituale del popolo cattolico di cui sono umilmente parte”. Anche se, sotto l’aspetto politico, aggiunge, “Lui non può non avere tutta la mia stima”.
Sul vaccino anti-Covid, premettendo che si rimetterà a quanto gli sarà consigliato dal medico di base, Salvini commenta che “Il medico di famiglia? Per ora gli faccio gli auguri”, dice scherzando. Poi facendosi più serio, ammette che “Sì, lo farò pubblicamente il vaccino, ma mi toccherà dopo, visto che non sono in una categoria a rischio, tra i primi previsti per la vaccinazione. Mi rifiuto di fare la vaccinazione mediatica prima degli altri. Aspetto con calma”.
Infine, il ‘suo amore’, Francesca: “Non parlo di vicende private – tiene subito a sottolineare Salvini – parlo delle sei piante di pomodoro che sono defunte, se ne riparla in primavera” afferma, quasi in riposta a quanto contestatogli da Francesca, che lo ha ‘bacchettato’ per essersi ancora interessato poco alla cura del loro orto: “Una metafora per pensare a costruire qualcosa insieme? Ma no, non era questo, è tutto molto più banale. In primavera toso il prato“. Quindi, rabbuiandosi, realizza che non ha ancora acquistato nessun regalo di Natale. In fondo, aggiunge sorridendo, “E’ il 22, ancora c’è tempo”.
Max