Droghe leggere, libere o no? Intorno a questo annoso dilemma, sul quale lItalia continua a logorarsi da anni producendo una letteratura vastissima rispetto agli opinionisti di entrambe le parti avverse, a ragione anche gli uomini di legge, quelli schierati in prima linea contro le mafie che sugli stupefacenti fondano il loro impero finanziario, che rientra poi pulito nel mondo degli affari e dellimprenditoria – hanno da dire la loro. “I nemici sono i signori della droga non tre milioni di consumatori”, avverte infatti Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. Favorevole alla liberalizzazione alluso della cannabis, indicandone però “priorità” e “articolazioni”, Roberti spiega a Repubblica, “Il mio pensiero è chese questa scelta va attuata, deve essere assunta ad una condizione: che se ne occupino i Monopoli”. Senza alludere a una sorta di partito dei magistrati per la legalizzazione, per quelle che intende priorità, il procuratore nazionale osserva come “la nostra non può che essere la lotta agli imperi criminali. Essa non solo non è reale, perché esistono orientamenti e pareri diversi; ma anche perché non rispecchierebbe la complessità e anche l’impegno e la partecipazione civile e sociale che non può essere vietata ai magistrati, e che comunque arricchisce un dibattito magari utile al Paese. E al legislatore”. Secondo Roberti infatti, “Deve essere lo Stato nella sua centralità, e in via esclusiva, a occuparsi della coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati. Così sottrarremo spazi di mercato alle organizzazioni criminali come ’ndrangheta e camorra, o ai clan nordafricani, afgani, albanesi”. Ma su una questione il magistrato è categorico: no alla gestione a giovani coop: “Non si può correre il pericolo che i criminali rientrino dalla finestra”, sottolinea Roberti. Puntuale, il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Renato Brunetta, coglie la palla al balzo per ribadire ogni forma di dialogo in merito alla questione sollevata dal magistrato: “Sono ferocemente contro la droga e contro la legalizzazione della cannabis. Legalizzare le sostanze stupefacenti non serve a nulla, allarga solo la platea di chi ne fa uso. Dire che con la legalizzazione e con la gestione da parte dello Stato si batte la malavita, si battono i clan, è una stupidaggine. Altri magistrati la pensano in maniera totalmente diversa”. Quindi, dopo aver esaudito il suo pensiero rispetto alla legalizzazione della cannabis, Brunetta non esita addirittura a bacchettarli: “I magistrati facciano bene e unicamente il loro mestiere, li inviterei a combattere con decisione e determinazione i clan, piuttosto che pensare a legalizzare la cannabis. Anche i bravi magistrati ogni tanto dicono sciocchezze”. Meno radicale rispetto ai dettami dellesponente azzurro, cè però anche chi condivide il punto di vista esposto da Roberti. E il caso di Arturo Scotto, deputato di Mdp,che giudica le parole del procuratore nazionale antimafia “sagge e rappresentano una svolta storica. La legalizzazione della cannabis non è più un tabù. Non fa il suo mestiere uno Stato che anziché colpire la criminalità organizzata punisce 3 milioni di consumatori. Adesso in Parlamento si sblocchi la legge sulla Cannabis Legale che è stata firmata da 250 parlamentari e che da un anno è arenata in Commissione giustizia a causa dell’ostilità della destra e della timidezza del governo. Noi siamo pronti”. Dello stesso avviso anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni il quale, aprendo i lavori della direzione nazionale a Roma, ha affermato: “E’ ora che il Pd, il governo e la sua maggioranza sblocchino la discussione sulla legge di legalizzazione, arenata da 2 anni in Parlamento. Lo Stato deve colpire al cuore gli affari delle mafie e non limitarsi a colpire milioni di consumatori, impegnando inutilmente le forze dell’ordine. Non sono più sopportabili furbizie e tatticismi di piccolo cabotaggio da parte del Pd su vicende come questa”. Dal canto suo anche Benedetto Della Vedova, senatore e sottosegretario agli Esteri, si augura che il Pd “consenta finalmente la discussione della proposta di legge depositata da due anni alla Camera e sottoscritta anche da molti parlamentari democratici e da quasi tutti i deputati del principale partito di opposizione, il M5S”.
M.