“Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, listituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, lunico ministro ad aver avuto il coraggio di aprire dei dossier fino a qualche anno fa intoccabili, come ad esempio il tema uranio impoverito e la trasparenza nelle commissioni di valutazione dei militari. Oggi il ministero della Difesa, dunque listituzione, non il ministro Trenta, ha rettificato un tweet errato. Una sciocchezza nellordinario quotidiano. E cosa è accaduto? È accaduto che il Viminale ha attaccato senza alcun motivo la ministra. Non cè molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dellepisodio. Usare una istituzione per muovere un attacco a fini elettorali era qualcosa a cui non eravamo abituati.
Un tweet poi rivelatosi errato da parte, inerente le attività di alcuni pescherecci italiani, ha innestato una dura diatriba tra i dicasteri della Difesa e dellInterno. Una situazione forse eccessiva, che il Movimento 5 Stelle ha tenuto subito a commentare dal so blog, attraverso queste lunghe considerazioni.
“Con i fatti di Napoli e prima ancora di Torino, Roma e San Donato milanese – si legge ancora – non capiamo dove il Viminale trovi il tempo per occuparsi di un tweet. Forse farebbe meglio ad occuparsi della sicurezza del Paese. Gli stessi staff del Viminale sono pagati con soldi pubblici, degli italiani, per occuparsi a nome dellistituzione della sicurezza dellItalia, non per fare campagna elettorale. Possiamo comprendere il vivace confronto tra parti politiche, tra ministri – conclude infine i post Pentastellato – ma oggi si è superata una linea rossa. La Trenta non si tocca. Pensate a lavorare!”.
Max