“Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e di controlli estremi, adesso. Guardate quello che sta succedendo in tutta Europa e in tutto il mondo, un caos orribile”. Ha tenuto a ribadirlo via Twitter il suo concetto Donald Trump, difendendo la decisione di chiudere i confini ai cittadini provenienti da sette Paesi musulmani. Un provvedimento, quello del presidente Usa, che suscitando accese proteste in tutto il mondo. Trump ha ritenuto di intervenire dopo l’ordinanza di sospensione del provvedimento, emessa dal tribunale di New York, che riguarda coloro che sono già nel presenti, o in transito e hanno un visto regolare. A tal proposito il Giudice M. Donnelly ha motivato la sua decisione ritenendo che la mancanza di soggiorno sul suolo americano avrebbe potuto creare ’’danni sostanziali e irreparabili per i rifugiati’’. Denunciando questultimo caso, Anthony D Romero, direttore della American Civil Liberties Union (ACLU), ha dichiarato che ’’Donald Trump ha subito la sua prima perdita in tribunale’’. Ma vediamo le reazioni, soprattutto in ambito europeo, seguite alla rivoluzionaria decisione del Capo della Casa Bianca. Da Berlino Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, ha fatto sapere che la cancelliera ritiene non giustificato il bando imposto dal presidente Trump, e che la Merkel “è convinta che la necessaria lotta risoluta contro il terrorismo non giustifichi un generale sospetto contro persone con un certo retroterra e o una certa fede”. Secondo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni “L’Italia è ancorata ai propri valori. Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell’Europa”. Dal canto suo il primo ministro britannico Theresa May ha invece affermato che “La politica d’immigrazione negli Stati Uniti è una questione del governo degli Stati Uniti, così come la politica d’immigrazione di questo paese deve essere decisa dal nostro governo. Ma non siamo d’accordo con questo tipo d’approccio e non è quello che prenderemo”. A tal proposito, ha anticipato un portavoce di Downing Street, Londra si rivolgerà alle autorità americane, nel caso il bando colpisca cittadini britannici. Una decisione quella di Trump, che solleva una sfida interna: il Ceo di Starbucks, Howard Schultz, ha infatti reso noto oggi una lettera inviata ai dipendenti con oggetto: ’Living our values in uncertain times’ (’Realizzare i nostri valori in tempi incerti’). In poche parole, si tratta di un piano messo in piedi per assumere 10mila rifugiati in 5 anni in 75 Paesi. E’ il progetto, spiega Schultz, che “In tutto il mondo abbiamo una lunga storia di assunzioni dedicate ai giovani in cerca di opportunità e di un nuovo percorso di vita. Ecco perché stiamo raddoppiando gli sforzi su questo tema, per accogliere e creare nuove opportunità per tutti coloro che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni e discriminazione. Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo che hanno avuto il riconoscimento di status di rifugiato dalle Nazioni Unite – ricorda Schultz – e noi vogliamo dare il via al nostro impegno qui negli Stati Uniti. Cominciando lo sviluppo di un piano quinquennale di assunzioni che coinvolga 10mila rifugiati nei 75 Paesi in cui Starbucks ha il proprio business”. L’amministratore delegato, nella lettera ai suoi dipendenti, ha inoltre tenuto a sottolineare la sua “profonda preoccupazione”, con “il cuore pesante” sulla scelta di Trump. “Siamo tutti testimoni della confusione, della sorpresa e della contrarietà” che si sono manifestati dopo “l’ordine esecutivo che il presidente Trump ha emesso venerdì”; provvedimento che coinvolge anche i rifugiati in fuga dai Paesi in guerra. Per questo, scrive Schultz, “posso assicurarvi che il nostro team si è subito messo in contatto con tutti i partner sui quali l’ordinanza sull’immigrazione va ad impattare. Stiamo facendo tutto il possibile per sostenerli e aiutarli ad attraversare questo periodo pieno di confusione”.