“La curva decresce, segnale positivo” afferma Brusaferro. Ma la cura è ‘solo’ una: stare a casa

Tutto quello che ad oggi hanno potuto fare, è stato quello di contrastare i contagi attraverso l’isolamento, e pare funzionare. Dunque, in un contesto dove sono soltanto gli anestesisti (nelle terapie intensive), a dover affrontare ‘faccia a faccia’ il virus, per il resto è tutta la teoria – spesso anche contrastante – dei virologi, ai quali il governo ha praticamente dato le chiavi del Paese. Ma al momento, come funziona realmente questo maledetto Covid-19 (come si cura, se ritorna, che fa con gli asintomatici, ecc, ), non in grado di dirlo nessuno. Siamo inermi, in balia di un ‘fenomeno’ batteriologico a se stante

“La decrescita dimostra che le misure sono efficaci”

Dunque, non sapendone pressoché nulla, si è soltanto capito che se restiamo distanti uno dall’altro non si propaga, dunque tutti in casa. E funziona – ovviamente – ‘in attesa di un farmaco o un vaccino’ (ma quando), questa è l’unica soluzione. E stamane che il lockdown – anche economico – da i suoi frutti lo ha confermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, nel corso della consueta conferenza stampa da Roma: ”Il quadro di decrescita della curva epidemica rimane costante ed è positivo perché dimostra che le azioni sono efficaci nel rallentare la diffusione dell’epidemia nei diversi contesti dove la circolazione è diversa“. 

“Il calo della curva è uniforme dal Nord al Sud”

Poi l’esperto ha aggiunto che “Il dato della Lombardia conferma il trend di cui parliamo, anche il Piemonte è coerente rispetto al trend identificato, come in Veneto dove c’è un dato coerente, in Emilia Romagna, in Regioni del Centro come le Marche dove c’era il focolaio di Pesaro: anche in questo caso il trend che vediamo è decrescente. Lo stesso in Regioni del sud come Calabria e Basilicata. Il quadro quindi conferma il trend indicato nei giorni scorsi che ci dice che la curva sta calando”.

“Insistere col distanziamento”, l’unico rimedio

Quindi, come spiegato, ‘l’unica cura possibile’ è solo e sempre la stessa, ribadisce Brusaferro, “i segnali positivi che stiamo vedendo in questi giorni non devono farci abbassare la guardia: le azioni intraprese sono importanti ma non devono illuderci che la situazione si risolva. Queste misure di distanziamento e igiene personale sono essenziali se vogliamo far sì che una volta scesa la curva si mantenga”.

“La mediana dei pazienti deceduti è di 80 anni”

Riguardo poi il ‘campione’ dei contagi, il direttore dell’isa afferma che ”Il dato di letalità viene confermato prevalente nelle fasce di età sopra i 70 anni che sono quelle che pagano il dazio più elevato: l’età mediana dei pazienti deceduti è di 80 anni, soprattutto uomini (le donne sono il 32% e la comorbidità è molto presente: il 63% di chi è morto aveva più di 3 patologie”. L’esperto ha poi spiegato che “i dati confermano che avviene un effetto trascinamento molto lungo fra il contagio e il decesso, pari a 2-5 settimane: questo trascinamento è la ragione per cui vediamo ancora un numero importante di morti“.

“L’invito è sempre lo stesso:non mollare”

Infine la prevedibile chiusura con le inevitabili – e condivisibili – raccomandazioni: “La Pasqua è un momento familiare, di incontro, di condivisione, oltre che un momento religioso per tutti i credenti, dove di solito ci aggreghiamo. Purtroppo quest’anno non possiamo farlo, dovremo unirci nei sentimenti, nei cuori, negli affetti ma mantenendo il distanziamento sociale. Il fatto che le curve scendono è un segnale positivo e ci fa auspicare che possiamo controllare questa epidemia – ha proseguito Brusaferro –  ma lo possiamo fare solo se ci distanziamo. I punti essenziali sono che il numero dei contagi non deve superare l’R0 uguale a 1 e questo è l’obbiettivo prioritario, altrimenti la curva riparte e nessuno di noi vuole questo. Il distanziamento sociale, l’igiene personale e vorrei enfatizzare anche tutto il tema del contatto, del lavaggio delle mani e dell’attenzione a come ci muoviamo e negli ambienti”

“Dovremo abituarci a vivere in modo diverso…”

Infine, ha concluso l’esperto, paventando per i prossimi mesi un quadro non certo confortante: “La sfida sarà riorganizzare la nostra vita con queste misure – ha chiosato Brusaferro – Non bisogna assolutamente deflettere dalle misure messe in campo fino a oggi con il dato premiante di avere evitato che in alcune regione si ripetesse quanto accaduto in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto”.

Max