Rifiutate da parte della Corte Suprema indiana le richieste dei marò, riguardo ad un periodo più lungo di permanenza in Italia. Sarebbe stata in particolare declinata, la proposta di Massimiliano Latorre, convalescente dopo aver sofferto di ictus, nel mese di settembre. La richiesta di Massimiliano è molto diretta, quattro mesi in più, dalla data di scadenza del permesso per stare in Italia, autorizzazione che invece si protrarrebbe così, solo fino al 13 gennaio.
Declinata anche la richiesta di Salvatore Girone, il quale avrebbe domandato di poter rimpatriare per le feste natalizie. La Nuova Delhi, sembra determinata a non alleggerire le condizioni della libertà vigilata. E questo il prezzo da pagare, per questi due uomini italiani, che il 15 febbraio 2012vennero accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati.
A questa manifestazione dintolleranza da parte della Corte indiana, è stataimmediata la reazione del Quirinale che così si esprime in un comunicato del Colle,“Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fortemente contrariato dalle notizie giunte da Nuova Delhi circa gli ultimi negativi sviluppi della vicenda dei marò, resterà in stretto contatto con il Governo e seguirà con attenzione gli orientamenti che si determineranno in Parlamento.
L’unica limitatissima concessione fatta, sono stati i tre giorni in più concessi a Salvatore Girone, che protraggono la sua permanenza in Italia fino al 16 gennaio. Lasciano perplessi per il momento i tempi del sistema giudiziario indiano, che nonostante siano passati già oltre 33 mesi dallarresto di Girone e Latorre non ha dato inizio al processo.I giudici, pertanto hanno chiesto ai due fucilieri di marina di rispettare il sistema legale indiano e di tornare in Nuova Delhi ad affrontare il processo. Una richiesta forse un po bizzarra da parte della Corte Suprema, visto che dopo quasi 3 anni dall’evento di cui sono accusati, il processo non è ancora iniziato.