“Questo attacco terroristico fatto da Hamas e da altri gruppi jihadisti è stato veramente un atto orribile e disumano. La condanna di quanto è avvenuto è ferma totale”, ha affermato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, parlando in esclusiva del conflitto in Medio Oriente con Nunzia De Girolamo ad Avanti Popolo su RAI3.
“Io l’ho espressa, e prima di me l’ha fatto il Santo Padre, e devo aggiungere che non è stata sufficientemente recepita. Non si è percepito che il Papa ha avuto una posizione di condanna molto determinata rispetto a quello che è successo”, ha precisato.
E parlando delle possibilità di una mediazione, l’alto prelato ha aggiunto: “Credo che prima di tutto bisogna limitare i danni. Il problema degli ostaggi è un punto fondamentale da risolvere, e la mediazione internazionale dovrebbe aiutare, smontare e ridurre un po’ anche la tensione. È difficile attualmente. Non so se ci sono in corso delle trattative per portarli fuori, ma non mi risulta”.
“Un altro punto da sottolineare è riconoscere il diritto di Israele alla legittima difesa, ma deve rispondere a dei criteri etici”, ha proseguito il Cardinale Parolin, “Ad esempio, deve evitare in maniera assoluta la morte di persone innocenti. Il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato. Questo ha chiesto il Santo Padre, ed è quello che ha chiesto anche l’ONU che certamente si trova in grosse difficoltà, l’abbiamo visto in tante occasioni. Oggi, un organismo che è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, e in un certo senso rispondeva alla situazione di guerra fredda che si era creata, si trova a dover fronteggiare un mondo cambiato, particolare, dove i conflitti nascono dappertutto. Una certa fatica io la vedo”.
“La Santa Sede ha sempre avuto una linea molto precisa”, ha poi aggiunto il Cardinale, parlando del conflitto, “La pace in Terra Santa può venire soltanto dal riconoscimento dei diritti di entrambi i popoli. Per noi questo ha sempre voluto dire appoggiare la formula dei due Stati, quello di Israele e quello della Palestina, che vivano secondo i confini internazionalmente riconosciuti, in pace e in buone relazioni. A questa pace e a questa soluzione, non si può arrivare che attraverso il dialogo diretto tra le due parti, appoggiato, sostenuto e incoraggiato dalla comunità internazionale”.
Max