I musulmani dItalia scendono in piazza contro i terroristi e gli estremisti, una condanna popolare e collettiva contro gli attentati di Parigi che hanno terrorizzato lOccidente. Sabato 21 novembre a Roma, alle ore 15, in piazza Santi Apostoli, la comunità italiana islamica parteciperà ad una manifestazione dalla portata nazionale, intitolata Not in My Name, nata dal coordinamento sostenuto dalla Coreis italiana (Comunità Religione Islamica). La manifestazione è preceduta da una nota: Noi musulmani d’Italia condanniamo con forza la recente strage di Parigi, esprimendo il più profondo sentimento di vicinanza al popolo francese e a tutti i familiari delle vittime così barbaramente uccise. Intendiamo perciò lanciare un appello che sappia indicare una solida svolta nei rapporti con la società civile e lo Stato italiano di cui siamo e ci riteniamo parte integrante. Invitiamo quindi tutte le musulmane e i musulmani a una mobilitazione che, isolando ogni pur minima forma di radicalismo, protegga in particolare le giovani generazioni dalle conseguenze di una predicazione di odio e violenza in nome della religione. Questo cancro offende e tradisce il messaggio autentico dell’Islam, una fede che viviamo e interpretiamo quale via di dialogo e convivenza pacifica, insieme a tutti i nostri concittadini senza alcuna distinzione di credo. Questa pericolosa deriva violenta rappresenta oggi il pericolo più feroce per il comune futuro nella nostra società”. Nota che richiama il testo solenne diffuso oggi dal Consiglio del culto musulmano in Francia, che condanna senza ambiguità tutte le forme di violenza e di terrorismo, testo che sarà letto in tutte le circa 2.500 moschee del Paese (con l’eccezione della Grande Moschea di Parigi, dove il raduno è stato annullato in queste ore per ragioni di sicurezza) per proclamare “attaccamento assoluto al patto repubblicano che ci unisce tutti e ai valori fondanti della Francia”. In piazza sabato potrebbero esserci a sorpresa anche membri del governo, addirittura si ipotizza la presenza di del premier Matteo Renzi o del ministro dell’Interno Alfano.