Si sta pensando a un decreto legge (non lo stesso che cancella i voucher), e la norma sarà scritta dal governo senza il contributo del parlamento: è fortemente legata alla volontà dell’esecutivo la possibilità dievitare il referendum, passando però inevitabilmente anche attraverso l’altro quesito di cui compone la consultazione: quello degli appalti. Ed oggi è stato fatto un primo passo per l’abrogazionedeivoucher: la commissione Lavoro della Camera ha infatti approvato un emendamento del Pd al ddl unico di riordino del lavoro accessorio che cancella i buoni lavoro. Ora il testo del provvedimento sarà acquisito dal governo e inserito nel decreto legge che domani il Consiglio dei ministri approverà, cercando così di sciogliere laparte del referendum che interessa i buoni, fissato per il28 maggio. Per consentire l’utilizzo dei voucher già acquistati sarà previsto un periodo transitorio. Attualmente, la legge in vigore prevede che il dipendente, nei casi in cui non venga pagato, deve rivolgersi prima all’appaltatore e solo in seconda battuta al committente. Invece il referendum stabilisce che il dipendente può rivolgersi direttamente al committente. Ma il lavoro della Commissione di oggi non ha trovato grandi consensi: “Oggi con un emendamento si cancellano i voucher. Una clamorosa e benvenuta retromarcia da parte di chi in questi mesi ci ha ripetuto ogni giorno che ’i voucher non si toccano’. Una scelta che va anche al di là delle stesse ultime richieste di chi il referendum lo aveva proposto raccogliendo un milione di firme”, ha postato su Fb Roberto Speranza, che ha poi aggiunto: “Per me questo resta comunque solo il primo passo. Serve ora insistere per una radicale discontinuità sulle politiche del lavoro”. In totale disaccordo anche i deputati M5S della Commissione Lavoro: “La capriola del governo è imbarazzante. La sua incoerenza è clamorosa. Farebbero di tutto pur di sopravvivere, evitando il voto popolare. Lo diciamo da anni che lo strumento dei voucher si presta ad abusi. Ora hanno così tanta paura del referendum che preferiscono cancellare tout court uno strumento potenzialmente utile, se ben calibrato… Si poteva piuttosto scegliere da subito una soluzione più pragmatica e responsabile per regolamentare i voucher: un giro di vite su settori e platee in linea con la nostra proposta di legge spiegano ancora i portavoce pentastellati – E’ evidente invece che questo esecutivo è allo sbando, in confusione. E non sa che direzione seguire. Prima o poi il responso del voto, comunque, arriverà e per loro non ci sarà scampo”. Ma ad Alfredo Boccia, presidente di Confindustria, non piace affatto l’ipotesi del Parlamento, di eliminare in toto i voucher: “Non ci piace, non ci piace nemmeno il modo. Ma se proprio si deve fare allora si faccia il referendum. Smontare le cose prescindendo dal dibattito non ci sembra la strada giusta. La linea passata sui voucher spiega Boccia – è molto deludente, per quanto ci riguarda anche come scelta della politica. Se proprio si poteva fare, si doveva votare al referendum”.
M.