La Commissione europea ha deciso di non accendere i riflettori sulla finanza e sull’economia italiane, ma chiede un ’’monitoraggio specifico e decise azioni politiche’’.’’L’ Italia sta sperimentando squilibri macroeconomici eccessivi. Tre i fattori rilevanti che hanno guidato la decisione dei Commissari Ue: 1) le attuali condizioni economiche sfavorevoli caratterizzate da bassa crescita nominale rendono particolarmente difficile la regola del debito; 2) aspettativa che il paese sia ampiamente osservante del richiesto aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine; 3) la corrente messa in atto di ambiziosi piani di riforme strutturali. La regola del debito prevede che Paesi con debito superiore al 60% del PIL, attuino una correzione annuale dello 0,5%; mentre in periodi di grandi crisi, come quello in cui viviamo oggi, la correzione è ridotta allo 0,25%, risultato che è stato centrato dall’ Italia secondo le previsioni economiche. ’’Il Jobs Act ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l’entrata e l’uscita del mercato del lavoro’’. Questo quanto si legge nel documento della Commissione europea. Sotto visione dell’Europa non solo l’ Italia, ma anche Francia e Germania. La Francia si salva dalla bocciatura, ma entro il 2016 dovrà ridurre il suo deficit dello 0,8-1%, oltre allo 0,5% da realizzare entro il 2015. discorso diverso per la Germania, il monitoraggio non è su deficit e debito, ma per la ’’persistente debolezza degli investimenti’’ pubblici, che rappresentano un freno alla crescita, e dell’ ’’alto surplus nelle spese correnti’’, ovvero quel denaro di provenienza pubblica da utilizzare per fini pubblici. Ragione di questo squilibro è, secondo la Commissione, proprio il basso livello degli investimenti pubblici e privati.