Nella storica stazione ferroviaria di Firenze voluta dal granduca Leopoldo (LA LEOPOLDA) che “provocatoriamente”, come dice il leader Anna Maria Furlan, la CISL chiamerà a raccolta, il 2 dicembre prossimo, lavoratori, precari, disoccupati e pensionati sul Jobs Act e la legge di Stabilità. Una scelta, quella della location, che sta scatenando gli entusiasmi della base, dicono gli organizzatori, dal doppio messaggio: far entrare il ’lavoro’ in un’area simbolo dell’ascesa del premier Renzi e solitamente adibita a ’pensatoio’ della politica e della finanza del Pd, e marcare ’visibilmente’ e mediaticamente la differenza con Cgil e Uil e il loro sciopero generale del 12 dicembre.
“Ne’ finanzieri nè politici” dunque varcheranno l’atrio della stazione ma solo delegati sindacali. E nessuno “pagherà mille euro” ma solo 1 euro per panino, spiegano ancora gli organizzatori ricordando polemicamente il recente ’crowdfunding’ voluto da Renzi per finanziare il Pd. File rouge della giornata di mobilitazione, che legherà anche quelle di Napoli il successivo 3 dicembre e quella di Milano, subito dopo il 4 dicembre, sia il Jobs Act che la legge di stabilità ma anche fisco e sanità.
“Alla nostra Leopolda ci saranno solo delegati dei posti di lavoro che discuteranno e si confronteranno sulla riforma del mercato del lavoro e sulle modifiche necessarie alla legge di stabilità con l’esperienza e la competenza di chi il lavoro e il sociale lo difende tutti i giorni”, spiega il leader Cisl, Anna Maria Furlan che ribadisce come l’anti-Leopolda non sia un passo indietro: “Non rinunciamo alla mobilitazione ma su obiettivi precisi”, dice ricordando lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego, che aprirà il giro di mobilitazioni del sindacato, 1 dicembre prossimo per protestare contro il blocco della contrattazione pubblica. A Firenze, intanto, fervono i preparativi; circa 2.500 i delegati attesi, 2000 in sala e per altri 500 via ai maxischermi.