ESTERI

La Cina chiude consolato Usa a Chengdu. Pompeo: “Pechino sempre più autoritaria”

La Cina ha chiuso questa mattina il consolato americano a Chengdu, nella provincia del Sichuan. Una “risposta proporzionata”, fanno sapere le autorità di Pechino, a un analogo provvedimento statunitense, che nei giorni scorsi ha fatto chiudere un consolato cinese a Houston, in Texas.

“La misura decisa dalla Cina è legittima e necessaria, come risposta all’illegittimo atto degli Stati Uniti, e conforme al diritto e alle norme di base dei rapporti internazionali, nonché alle pratiche diplomatiche”, fa sapere il ministero degli Esteri cinese in una nota indirizzata all’ambasciata Usa.

Una vera e propria guerra diplomatica tra Pechino e Washington. Anche se, secondo la grande potenza asiatica, è “Washington l’unica responsabile” dell’inasprimento dei rapporti.

Pompeo attacca la Cina

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha attaccato il governo cinese, rivolgendosi in particolare contro Xi Jinping, usando toni senza precedenti. Ha etichettato il presidente della Repubblica popolare cinese e segretario del partito comunista come “un vero credente nella fallimentare ideologia totalitaria” e ha invitato “il popolo a cambiare il comportamento del partito”.

Pompeo ha anche detto che chiudere il consolato ad Houston è stato necessario perché era “un covo di spie” con il compito di scovare segreti industriali. Un comportamento, quello del segretario Usa, non molto in linea con quello del presidente Donald Trump nel corso del suo mandato, spiega il giornalista del Corriere Giuseppe Sarcina. Se da un lato Trump ha attaccato molto durante la Cina per la pandemia da coronavirus, dall’altro si è impegnato a mantenere buoni rapporti, soprattutto commercaili, con Xi Jinping.

San Franscisco, tre cinesi arrestati

Nel frattempo gli agente dell’Fbi hanno arrestato tre cittadini cinesi, accusati di spionaggio. Hanno mentito riguardo alla loro affiliazione “passata o presente” con l’Esercito di liberazione cinese. I tre arrestati sono il medico Wang Xin, la neurologa Song Chen e Zhao Kaikai. Una quarta persone, la ricercatrice Tang Juan, è invece riuscita a rifugiarsi nel consolato cinese di San Francisco, California.

Mario Bonito