LA CGIA AVVERTE: A FINO MESE RISCHIO DI UN AUMENTO DELLE TASSE


Se entro la fine del mese non arriveranno provvedimenti di legge con cui sterilizzare le clausole di salvaguardia il rischio è che, dal primo ottobre, possano scattare i previsti aumenti delle accise sui carburanti e sugli acconti di novembre di Irap e Ires sulle imprese da 1,4 miliardi di euro. A ricordare come sia iniziato il conto alla rovescia è la Cgia di Mestre. Siamo certi che il Governo Renzi non avrà problemi a reperire questi 1,4 miliardi di euro. Molto più difficile sarà recuperarne altri 16 per sterilizzare gli effetti economici delle clausole di salvaguardia per l’anno venturo. Risorse che l’esecutivo dovrà individuare entro la fine di quest’anno, probabilmente con la prossima legge di Stabilità”, dice Paolo Zabeo degli artigiani di Mestre che guarda agli annunci fiscali del governo. Bene dunque “togliere le tasse sulla prima casa” ma è anche “necessario essere chiari e dire dove si troveranno le coperture per scongiurare l’aumento dell’Iva, delle accise e degli acconti Irap/Ires, per abolire la Tasi ed eventualmente anche l’Imu sull’abitazione principale e, infine, per scongiurare la riduzione delle detrazioni e deduzioni fiscali”. La prima clausola di salvaguardia che andrà in scadenza entro il prossimo 30 settembre, ricorda ancora la Cgia, pesa per 728 milioni di euro ed è stata introdotta qualche mese fa a seguito della mancata autorizzazione da parte dell’Unione europea all’estensione del “Reverse charge” alla grande distribuzione (misura prevista con la legge di Stabilità 2015); la seconda,che pesa per 671 milioni di euro, risale invece al governo Letta dell’agosto del 2013. In quell’occasione, ricordano ancora gli artigiani, l’Esecutivo confermò l’abolizione della prima rata dell’Imu del 2013, ridusse le previsioni di spesa e fece ricorso per ragioni di copertura al gettito incassato dalla sanatoria accordata ai concessionari dei giochi e al maggior gettito Iva generato dal pagamento dei debiti pregressi della Pa. Ma a fronte di 1,52 miliardi di euro attesi da queste due misure, furono incassati solo 880 milioni di euro. Pertanto, per reperire i rimanenti 640 milioni di euro, fu introdotta una clausola di salvaguardia che disponeva l’aumento gli acconti Ires e Irap di 1,5 punti percentuali che prevedeva anche l’incremento delle accise a partire dal 1 gennaio 2015, per un importo complessivo di 671,1 milioni di euro. Aumento che non si verificò poiché il Governo Renzi, con il DL 192/2014, recuperò le risorse necessarie dalla “Voluntary disclosure”.