Maggio 1915, una legge speciale autorizza l’Impero Ottomano a praticare deportazioni, per motivi di sicurezza interna, di gruppi ritenuti sospetti. La popolazione armena viene condotta verso i deserti della Mesopotamia. Ha inizio il genocidio degli armeni, che porterà alla morte di circa un milione e mezzo di persone. Nella giornata di ieri, l’ Europarlamento dà giustizia, approvando, per alzata di mano, una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni e che rende memoria di tutte le vittime. Una risoluzione che critica e condanna ogni negazionismo. Il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, afferma che ignorerà la risoluzione, respingendo al mittente la mozione, La Turchia non può accettare di essere responsabile di un simile crimine. Il massacro viene riconosciuto, dagli inizi del XXI secolo, da 20 paesi a livello mondiale; dalla sottocommissione dei diritti umani dell’ ONU (1985), dal Parlamento Europeo (1987), ma la Turchia, ancora oggi, continua ad affermare che il termine genocidio non è il più appropriato per definire quanto successo, ammettendo, soltanto, l’esistenza di massacri e la morte di molti armeni durante le deportazioni. Domenica scorsa, 12 aprile, Papa Francesco ha ricordato, durante la messa in San Pietro, che il massacro armeno è da considerarsi il primo genocidio del XX secolo, a cui si sono susseguiti quello apportato dal nazismo e quello stalinista. Condannando, in questo modo, le azioni dell’ allora Impero Ottomano. Il premier turco ha accusato il Papa di aver aderito al fronte del male formato da coloro che complottano contro la Turchia. Concorde al Premier è anche il Presidente turco Erdogan, il quale ha ’avvertito’ il Pontefice di non ripetere questo errore. Nella capitale armena, Erevan, il genocidio viene commemorato il 24 aprile, giorno in cui vennero arrestai i leader della comunità armena, sospettati di sentimenti ostili nei confronti di Costantinopoli, ai tempi capitale dell’ Impero Ottomano. Alla base delle deportazioni ci sono stati motivi economici e sociali: occupare le terre appartenenti agli armeni, e togliere, alla minoranza cristiana armena, qualsiasi illusione su possibili riforme di tutela, quest’ultima richiesta dagli occidentali all’alba della Prima Guerra Mondiale.