LItalia non prende parte al testo congiunto con cui i paesi dellUe si schierano con Guaidò e cioè lauto proclamato premier venezuelano in attesa di passare dal voto democratico delle urne. Una linea che Maduro non ha mai voluto accettare e che, malgrado il forte schieramento pro Guaidò continua ad allontanare nonostante lormai scaduto ultimatum.
Ma intanto lItalia, che pure ha condannato Maduro, non ha voluto partecipare al testo unico. Il testo pro Guaidò era stato inviato agli Stati membri con una prima scadenza per lapprovazione alle 10, ma lItalia e altri due paesi avevano chiesto un rinvio.
Alla seconda scadenza, fissata alle 13, solo lItalia ha detto no. Già giovedì scorso, da Bucarest, lItalia era stato il solo paese a opporsi a una dichiarazione dellUe per riconoscere Guaidó come presidente a interim in vista delle elezioni in Venezuela.
Il ministro degli esteri spagnolo, Josep Borrell si è espresso sul caso. “Ci sono alcuni che continuano ancora ad opporsi – ha dichiarato infatti Borrell – ma si è chiuso il termine entro cui tutti hanno detto quello che dovevano dire. Nel caso in cui non dovesse esserci una dichiarazione comune, che sicuramente non ci sarà, ci sono molti paesi che possono condividere una dichiarazione che traduca la posizione che la Spagna e altri paesi hanno espresso”.
Guaidó intanto si è detto ancora sicuro che alla fine lItalia si unirà allEuropa. Auspico che un paese fratello come lItalia possa unirsi al più presto con il resto dellEuropa. Sono in contatto con i responsabili politici dellesecutivo italiano” e sono “sicuro che litalia potrà fare questo passo”, ha dichiarato Guaidó, incontrando la stampa.
Rispondendo a domande proprio sullItalia, Guaidó ha aggiunto che capisce “che cè un problema di maggioranza di governo che lo ha impedito” ed ha sottolineato come “in Venezuela cè una delle principali comunità italiane allestero”. Palazzo Chigi intanto prende tempo e si dichiara in favore di presidenziali in tempi rapidi: “LItalia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione”