L’Italia che non ti aspetti, vince contro la Polonia. Risolve Biraghi

    L’Italia che non ti aspetti, quella che ancora doveva riprendersi dallo shock della mancata qualificazione mondiale, quella dei debuttanti (gli ultimi Lasagna e Piccini), ha raccolto una prestazione brillante contro la Polonia, condannando gli avversari alla retrocessione in Serie B della Nations League. Gli azzurri tornano a casa con una prestazione convincente, dominando l’undici polacco, concedendogli solo poche chance sotto porta. Il ct Mancini ha voluto schierare in campo una squadra totalmente diversa rispetto alle altre uscite, con la paura della retrocessione e di quindi di un altro fallimento. L’Italia che si è vista a Chorzów è stata tenace, tecnica, proponendo un calcio moderno, pur non schierando un centravanti di riferimento, ma giocando con il ‘falso nueve’. Il gol della vittoria arriva sullo scadere del match, su azione da calcio d’angolo. Un risultato che doveva essere messo in cassaforte ancor prima, visto le molte occasioni che gli azzurri hanno avuto. Il match winner è stato Cristiano Biraghi, terzino della fiorentina, che ha messo dentro il pallone alle spalle di Szczesny, dopo l’assist dell’uomo forse meno atteso, Kevin Lasagna. L’attaccante dell’Udinese, che ha partecipato alla spedizione polacca come sostituto, è entrato dalla panchina nel finale e quasi si inginocchia per prolungare la traiettoria e far saltare in campo tutta la panchina azzurra, con Mancini che si concede un’esultanza scatenata. Biraghi alza al cielo il numero 13 pensando all’indimenticato Davide Astori mentre si raduna il capannello intorno al c.t., finalmente sorridente. Un gol liberatorio, che condanna la Polonia alla retrocessione e regala all’Italia la possibilità di giocarsi addirittura la qualificazione alla “Final Four” di giugno. Uno scenario lontanissimo da quelli catastrofici pronosticati non più di qualche giorno fa. Basta leggere la formazione scelta dal c.t. azzurro per capire che si tratta del primo punto di svolta della nuova gestione. Tridente leggerissimo con Bernardeschi in mezzo – già visto in Under 21 in questo ruolo contro la Germania agli ultimi Europei di categoria – e il duo Chiesa-Insigne sulle corsie, mediana all’insegna della qualità: Barella e Verratti ai fianchi di Jorginho. Aggiungendo al quadro due terzini di spinta come Florenzi e Biraghi, il progetto è chiaro. L’Italia si piazza nella metà campo della Polonia e cerca di fare la partita puntando sul palleggio e sul grande movimento dei tre d’attacco, con gli esterni offensivi dai compiti precisi: Insigne libero di accentrarsi e affiancare Bernardeschi, Chiesa più largo per pungere in profondità sui cambi di fronte. Gli azzurri vanno vicini al bersaglio grosso dopo 50 secondi, il bel destro a giro di Jorginho sorprende Szczesny ma viene respinto dalla traversa. Un tiro da fuori arrivato al termine di una lunga azione manovrata palla a terra, quasi a voler indicare dai primissimi attimi di gara che l’Italia si è svegliata dal torpore. E non è un fuoco di paglia, perché gli azzurri pressano, riconquistano spesso palla sulla trequarti e quando possono provano a punire in verticale. Chiesa per Insigne alla mezz’ora, è nuovamente la traversa a dire no ai ragazzi di Mancini, con Szczesny bruciato dalla spaccata del numero 10. Il quarto d’ora finale del primo tempo vede gli azzurri sugli scudi. Il destro di Jorginho, arrivato dopo l’ennesimo break della serata italiana, viene respinto da Szczesny in tuffo: il portiere della Juve è bravo anche su Chiellini – colpo di testa schiacciato su sviluppi di una palla inattiva – e in particolar modo su Florenzi, preciso nel diagonale dopo una bellissima giocata a due con Insigne. Brzeczek capisce che deve cambiare qualcosa e al rientro dall’intervallo ridisegna i suoi con un 4-4-2 in linea: dentro Grosicki e Blaszczykowski, con l’ex Fiorentina che si posiziona a sinistra, fuori Linetty e Szymanski. La Polonia prova a mettere la testa avanti e per l’Italia è tanto di guadagnato: metri di spazio per Chiesa, che Mancini sposta sulla corsia mancina lasciando a Insigne il compito di centravanti tattico. L’esterno viola sa essere devastante quando ha campo da attaccare ma la sua maturazione passa anche dalle letture a difesa schierata. Un suo invito per Bernardeschi viene incredibilmente sprecato dallo juventino, impreciso di testa sul cross perfetto dell’ex compagno ai tempi della Fiorentina. Sembra una partita maledetta, così scomoda da far pensare al peggio, alla beffa polacca. Grosicki e Milik graziano una delle poche disattenzioni della retroguardia azzurra, Mancini smuove le acque inserendo Lasagna per Bernardeschi, che nel frattempo aveva anche sparato alle stelle col mancino dal limite dell’area dopo una bellissima finta di corpo per liberarsi. Si arriva all’epilogo in pieno recupero, con la zampata di Biraghi a cancellare le troppe occasioni sprecate e a dare una nuova speranza all’Italia. Con le idee, finalmente.
    POLONIA-ITALIA 0-1
    Le Formazioni:
    Polonia (4-3-1-2): Szczesny; Bereszynski, Glik, Bednarek, Reca (41′ st Jedrzejczyk); Linetty (1′ st Blaszczykowski), Goralski, Szymanski (1′ st Grosicki); Zielinski; Lewandowski, Milik. All.: Brzeczek
    Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi (38′ st Piccini), Bonucci, Chiellini, Biraghi; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Bernardeschi (35′ st Lasagna), Insigne. All.: Mancini

    Arbitro: Skomina
    Rete: 46′ st Biraghi
    Ammonito: Jorginho
    Recupero: 0 e 3′