Una sorta di bignami dellorrore. Le centinaia di video ed immagini che custodiva nel suo smartphone hanno gelato il sangue nelle vene ai magistrati di Palermo: cannibalismo, pezzi di corpi smembrati, filmati che ritraggono profughi consegnati nel deserto ai loro aguzzini, che poi li uccideranno. Questo delinea in qualche modo l’eritreo arrestato a maggio in Sudan – ed estradato a giugno in Italia – con l’accusa di essere tra i trafficanti di esseri umanipiù pericolosi. Nonostante ciò, il 35enne Mered Medhanie Yedhego, continua a sostenere davanti ai pm guidati dal Procuratore Francesco Lo Voi, che lui non centra niente con le accuse rivoltegli, e che è vittima di uno scambio di persona. Implorazioni che il pool che coordina l’inchiesta, il Procuratore aggiunto Maurizio Scalia con i pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri, dopo aver visto tali immagini nemmeno ascoltano, ribadendo che si tratta proprio del trafficante che ha organizzato per anni il trasferimento di migliaia di profughi dall’Africa all’Italia, in cambio di milioni di dollari. Le fotografie e i video sono stati inseriti nella memoria depositata dai magistrati al gup Alessia Geraci. “Nella chat intrattenuta con lutente Efii risulta linvio di immagini ritraenti delle scene di cannibalismo, nonché deifilmati scaricati da Youtube che verosimilmente riprendono dei migranti presi in consegna nel deserto da alcuni trafficanti armati”, scrivono i magistrati nella memoria. Un accertamento che “assume un pregnante rilievo”, come dicono i pm, soprattutto dopo le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Weharabi Atta, ex trafficante di esseri umanil. Nel corso dellinterrogatorio reso l’11 maggio di un anno fa, Atta aveva riferito che “lungo la strada del Sinaii migranti che non hanno avuto la possibilità di corrispondere le somme pattuite vengono sistematicamente uccisidalle organizzazioni criminali dedite al traffico di uomini al fine di estrarne gli organi avvalendosi di soggetti soprannominati ’medici Sahara’”. Ecco le dichiarazioni di Atta: “ Sì, sì, alcuni.. perché no, perché qua devono pagare a Kufra, a Kufra devono pagare, devono pagare.. per esempio non è pagare contanti, non cè nessuno che paga contanti, alcune persone ce lhanno soldi in casa, questi più.. 2-3%.. l80% ce lhanno la famiglia loro, pagano a Roma, pagano a Palermo, pagano..Ci sono altre persone non hanno soldi, non eritrei, non hanno soldi, 2-3.. ci sono egiziani prendono questi…organi”. Alla domanda del pm su cosa accada con i ’medici del Sahara’, Atta risponde: “Ammazzano… queste organizzazioni lo sanno questa cosa. Si può scoprire anche.. tu non hai visto su You Tube, ce lhanno postato sullYou Tube”. Ed effettivamente i magistrati hanno rinvenuto su internet alcune immagini. “Prima tagliano questo (organo ndr), tagliano questo, prendono queste cose.. Sinai.. Sahara Sinai, quello.. alcuni 40% entrano in Israele, Eritrea, Etiopia .. no? Le sapete queste cose?”, dice Atta.Gli organi “li portano direttamente in Egitto, vendono…”. E ancora: “Io non ho visto però questi.. tante persone sono morte, tante, tante, tante”. Alla domanda su quali siano gli organi che vengono venduti, Atta risponde: “I reni a 15 mila dollari vendono, 10-15 mila i reni questi”. “Gli egiziani prendono, gli egiziani tutti quelli fanno intervento, questo, tutti gli egiziani Sahara nel deserto”. Non solo. Sono diciassette i nuovi elementi di prova a carico di Mered Medhanie Yedhego,nome che però potrebbe essere uno dei tanti alias del trafficante emersi dall’esame dei diversi profili social aperti dall’eritreo. A partire dalla comparazione fonica tra la voce dell’eritreo intercettata nell’indagine fatta due anni fa sul traffico di esseri umani e alcune telefonate registrate sull’utenza trovata in possesso e usata dall’uomo arrestato. Secondo il consulente della Procura si tratterebbe della stessa persona. L’eritreo, però, dopo l’arresto non ha voluto sottoporsi a una nuova perizia fonica. E adesso dovrà fare i conti con le foto dell’orrore trovate dai magistrati sul suo cellulare