L’ASSUNZIONE DI DUE MEDICI NON OBIETTORI DI COSCIENZA AL SAN CAMILLO SCATENA IL CAOS, IL PRESIDENTE DEI MEDICI DEL LAZIO: ‘REVOCATE L’ATTO’. IN ITALIA 7 MEDICI SU 10 RIFIUTANO L’ABORTO

L’assunzione all’Ospedale San Camillo di due medici non obiettori di coscienza, assegnati al Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194, ha scatenato diverse polemiche. Oggi Giuseppe Lavra, presidente dell’Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri di Roma, commentando l’iniziativa che ha coinvolto la struttura sanitaria capitolina, ha lanciato un appello al governatore del Lazio affinché “revochi il concorso iniquo” bandito dall’ospedale San Camillo, ed ha chiesto alla Federazione nazionale degli Ordine dei medici (Fnomceo), di dare un segnale affinché “si pronunci ufficialmente” sul caso. “Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica – afferma Lavra – Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l’obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni ’superiori’ non ci risulta esistano. Infatti, non risulta che i servizi di Ivg, nel rispetto della legislazione, non siano mai stati assicurati nell’azienda sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio in questione, si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà. Il fatto che si ricorra invece a una tale forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale. Pertanto – ammonisce il presidente dei medici del Lazio – come Ordine chiedo al presidente della Regione Lazio di revocare l’atto iniquo. Nutro rispetto per la figura istituzionale del presidente Nicola Zingaretti, verso il quale ho una mia personale opinione positiva, ma temo che in questa occasione possa essere stato mal consigliato. Al contempo chiedo anche che al Comitato centrale della nostra Federazione nazionale, la Fnomceo, di pronunciarsi ufficialmente su questa vicenda”.Ma in Italia la questione è ‘delicata’, nel senso che, attualmente, il 70% dei medici è contro l’aborto: ben 3 su 4. E’ una dato aggiornato al 2015,  contenuto nella  ’Relazione del ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza’, trasmessa al Parlamento. Un rapporto dove viene spiegato che “in sei anni in Italia, in media, gli obiettori sono aumentati e i tempi di attesa diminuiti, cioè migliorati”. E rispetto alle altre regioni italiane, nelLazio “gli obiettori in otto anni sono aumentati dal 77,7 al 78,2% e i tempi di attesa diminuiti (aumentano dal 47,8 al 51,7% le donne che aspettano ’meno tempo’ e diminuiscono dal 13,7 al 7,3% quelle che aspettano più a lungo). InUmbriaeMarche, gli obiettori diminuiscono e i tempi di attesa aumentano. In particolare nelle Marche gli obiettori passano dal 78,4 al 70,1%, le donne che aspettano ’poco’ diminuiscono dal 73,9 al 70,6% e quelle che aspettano ’molto’ aumentano dal 5,6 al 7,7%, cioè peggiorano nonostante la diminuzione degli obiettori”. Calano anche nell’Umbria gli obiettori, passando dal 70,2 al 65,6%, mentre le donne che aspettano “poco” diminuiscono dal 51 al 43% e quelle che aspettano “molto” aumentano dal 13,3% al 17,5. Infine in Venetola situazione è ancora diversa: diminuiscono gli obiettori (dal 79,1% al 77%) e anche i tempi di attesa (aumentano dal 34 al 50,5% le donne che aspettano meno tempo e diminuiscono dal 23,4 al 15,3% quelle che aspettano più a lungo), che quindi sono migliorati.

M.