L’AMARCORD DEL 2015 – RENZI TRACCIA IL BILANCIO DI FINE ANNO E SOTTOLINEA I TRAGUARDI RAGGIUNTI DAL SUO GOVERNO: ‘TORNA IL SEGNO PIÙ, L’ITALIA È ORA UN PAESE SOLIDO E STABILE’

Prima di ‘avventurarsi’ nella conferenza stampa di fine anno alla Camera, Matteo Renzi ha incontrato i giornalisti parlamentari dove è stato ripercorso ‘anche’ l’anno dei giornalisti: una categoria costantemente sotto pressione, in balìa degli umori dei potentati editoriali, e spesso anche istituzionali, a dispetto di un’informazione che rischia di essere sempre meno libera. Un intervento, specialmente quello di Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti), che non è stato gradito dal presidente del Consiglio il quale, a dispetto delle innumerevoli ‘corporazioni’ di cui si compone il Paese, ha pensato bene di rimarcare la sua stima per la categoria: “La mia posizione sull’Ordine dei giornalisti è nota: io sarei per abolirlo. Se toccasse a me l’Ordine lo abolirei domani mattina”. Ma torniamo all’amarcord del Governo in questo 2015:  “Il 2015 è andato meglio del 2014, delle nostre previsioni nel 2014” e “il pil torna a crescere. L’Italia si è rimessa in moto, il Paese è solido e stabile”, ha esordito il premier. Una conferenza in stile americano, accompagnata dagli slide, per ogni tema contraddistinti dall’immagine di un ‘gufetto pessimista’, puntualmente (manco a dirlo) “smentito dalla realtà dei fatti”. “E’ stato un buon anno che ha visto in alcune principali sfide, che sembravano impossibili da vincere, tornare il segno positivo – tiene subito a precisare Renzi – Qualche anno fa c’era preoccupazione, si diceva che l’Italia sarebbe stata in stagnazione perenne, che l’Italia non sarebbe più tornata con il segno più ma se noi guardiamo i dati quest’anno vediamo che il pil torna a crescere”, rimarca il premier, che evoca la “vittoria della politica contro il populismo. La politica batte il populismo 4 a 0”. Quindi i diversi punti che hanno contraddistinto nell’anno l’azione del Governo:LAVORO – “Quando incontri un ragazzo che ti ringrazia perché ha un contratto a tempo indeterminato ti rendi conto che dopo le polemiche sul Jobs act questo 2015 ha portato chiarezza: oggi in Italia ci sono più tutele, non meno, più posti di lavoro, non meno”. FISCO – Evitando di entrare nei particolari di quello che riguarderà il prossimo taglio delle tasse (“anche perché se Padoan sente che sto facendo i tagli alle tasse mi torna a Roma sconvolto”), Renzi spiega che “Abbiamo già individuato un percorso che vede Irpef, Irap, Ires e la questione delle pensioni come assi di intervento, ma non sarebbe serio da parte mia dare adesso i dettagli perché non sono ancora definiti: la discussione vera sarà nell’estate del 2016”. L.STABILITA’ – “Il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà l’anno dei valori – sottolinea Renzi replicando alle repliche – La legge di stabilità che stata considerata una legge di mance e mancette mette soldi nella scuola, università, cultura, mette soldi negli ideali, nel terzo settore, nel servizio civile”. Quindi, sugli eventuali margini Ue rispetto alle norme di bilancio, il premier Renzi affermando che la flessibilità è “scontata”, e “data per acquisita”, tiene a puntualizzare che “Noi abbiamo rispettato tutte le regole Ue e usato la flessibilità prevista dalle regole, l’Italia non chiede sconti, non è il discount”. PENSIONI – “Una cosa sono le pensioni da 2000 euro – dice il presidente del Consiglio promettendo che non ci saranno ulteriori tagli – un altro sono le pensioni sopra i 2000 euro. Non considero la pensione da 2000 euro una pensione d’oro, anche se chi è ci è andato lo ha fatto con il sistema retributivo. Sulle pensioni bisogna essere molto seri: in passato si sono fatte riforme importanti ma poi abbiamo dovuto fare delle modifiche successive per rimediare agli errori. Abbiamo calcolato che una parte significativa dei vantaggi ottenuti con la riforma Fornero, siano stati poi mangiati da provvedimenti di salvaguardia. Noi non tocchiamo le pensioni degli italiani, se ci saranno da fare degli interventi sulle pensioni d’oro, sarà fatto dopo una discussione e un dibattito trasparente. RIFORME – Aspettando l’11 gennaio, quando riprenderà l’iter delle riforme, Renzi afferma “immaginiamo il referendum a ottobre 2016 e lì saranno i cittadini a dire se quelle riforme sono state imposte dall’alto o se le approveranno. Se perdo il referendum costituzionale considererò fallita la mia esperienza politica”. Poi, riconosciuto l’Italicum come “il passaggio più difficile”, tuttavia sulla legge elettorale “è stato fatto un capolavoro parlamentare. Un anno fa si diceva che non c’erano i numeri per approvare la legge elettorale, il dato di fatto oggettivo è che l’Italicum è approvato. Con l’Italicum non abbiamo un effetto spagnolo, abbiamo un Paese stabile”. BANCHE – “Abbiamo a cuore il destino di quelle persone che sono state truffate – afferma il premier – Chi ha subito dei danni deve sapere che lo Stato è dalla sua parte, che faremo di tutto perché possa riavere indietro i suoi soldi”. Quindi Matteo Renzi assicura che “non c’è un rischio sistemico, il sistema è solido” l’Italia, aggiunge, non invocherà “alcuna deroga all’Europa. Non cambierei il sistema della banche italiane con quello tedesco nemmeno sotto pagamento. Noi come gruppo dirigente non abbiamo niente da temere. Le forze politiche che fingono di essere state su Marte si ricordino che non erano su Marte”. E ancora: “Il sistema bancario italiano è in grado di reggere. Certo, noi giocheremo tutte le nostre carte nel rispetto delle regole Ue. Ma noi non guardiamo in faccia nessuno e siamo pronti anche a ricorrere alla Corte di giustizia europea nel caso in cui vi siano state violazioni rispetto a quelle regole”. UE – “Io non ho dichiarato guerra alla Ue – tiene subito a precisare – noi stiamo chiedendo alla Ue di far rispettare tutte le regole a tutti. Non c’è un solo provvedimento in cui l’Italia ha chiesto deroghe, l’Italia non sta attaccando ma difendendo la Ue”. Dunque, il rapporto con la Merkel “è splendido”, e, bisogna riconoscerlo “Chi non ha rispettato il 3% è la Germania nel 2005”, ricorda Renzi. IMMIGRAZIONE – Il premier affronta poi la questione immigrazione e ribatte alle critiche. “Si diceva che l’Italia è invasa e che la colpa è del governo. Ma nel 2015 ci sono meno sbarchi e meno immigrati dell’anno scorso”, un “record storico – evidenzia – il più basso in assoluto di immigrazione in Italia”, e “il problema ora è diventato europeo”. UNIONI CIVILI – “Purtroppo non siamo riusciti a tenere la tabella di marcia che ci eravamo prefissati. Credo che questo sia un argomento che va depurato da temi politici. Anche nel Pd e in Fi vi sono molte divisioni, quindi è un tema divisivo, che comunque sia dobbiamo portare a casa entro 2016. Io farò di tutto perché il confronto parlamentare sia più serio e franco possibile”. Riguardo poi il tema della stepchild adoption, Renzi ha voluto rassicurare chi ha cuore tale argomento, che non sarà stralciato dal ddl. LIBIA – Circa un eventuale intervento militare “Non si può dubitare del fatto che gli interventi unilaterali non hanno funzionato. In passato ci sono stati interventi che sono diventati multilaterali, ma erano partiti unilaterali. Oggi non se ne vede la necessità. L’intervento unilaterale sarebbe un clamoroso errore”. PD E SONDAGGI- I sondaggi “non sono un problema. Se dovessi fare una scommessa oggi sulle elezioni del 2018 direi che vinciamo al primo turno”. E a proposito delle amministrative? “A Milano le primarie si terranno il 7 febbraio. A Roma credo che siano il 6 marzo o in ogni caso diciamo a marzo, non vorrei fare una gaffe. A Napoli credo il 6 marzo”. VOTO A ROMA – Entrando poi nello specifico della delicata ‘partita’ che si giocherà nella Capitale, Renzi si dice “convinto che il Pd alle elezioni di Roma se la giocherà nonostante il fatto che ci siano responsabilità in ciò che è accaduto e sono convinto che il prossimo sindaco farà meglio di quello che c’è stato prima. A Roma si va a votare nel 2016. Si voterà intorno al 10 giugno”. “QUELLO DI PREMIER MIO ULTIMO RUOLO PUBBLICO” – Chiudendo la conferenza, anche sollecitato dalle domande dei giornalisti, Matteo Renzi ha anche ‘abbozzato’ alcune convinzioni riguardo il suo futuro: “Ho un profondo amore per l’Italia e sono a fare il presidente del Consiglio come mio ultimo ruolo pubblico. Quando fai il presidente del Consiglio, dopo lasci e questo per me sarà l’ultimo incarico, l’ultimo servizio pubblico”.

M.