Che quella dellindigenza sia nel nostro paese ormai una triste realtà è risaputo. Piuttosto è il balletto di cifre in merito alla gravità del fenomeno che in questi tempi sta tenendo banco nei luoghi deputati a far marciare leconomia. Oggi ad esempio, presentando i dati documentati dalle rilevazioni di palazzo Koch (poi messi a confronto con quelli Eurostat), Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia, ha affermato che oggi in Italia ’’quasiuna persona su ottoè in condizione digrave deprivazione materiale, rispetto contro alla media di una su 15 dell’area euro. Il presidente di Bankitalia ha sottolineato il dato secondo cui L’Italia è un paese con ’forti disuguaglianze di redditorispetto agli altri Paesi avanzati: l’indicatore di disuguaglianza è di 4 punti più alto di Germania e Francia da molti anni’’. Prendendo la parola nellambito del convegno ’Italia 2030 un paese in via di sviluppo sostenibile’, Rossi ha aggiunto ’’questo è il migliore momento possibile’ per discutere di questo argomento. Questo perché lo sviluppo sostenibile, ’’sembra una fisima da anime belle, dopo crisi lunga e penosa come quella che ci siamo lasciati alle spalle’. Ma ’mai come ora è opportuno mettere in discussione la sostenibilità del tempo, di quel sentiero di sviluppo economico di cui stiamo tornando a incamminarci’ per ’non ripetere gli errori del passato’’. Errori, osserva Rossi, che ’’hanno portato i danni collaterali che conosciamo bene: le disuguaglianze, l’incancrenisri della povertà, l’inquinamento di vaste porzioni del pianeta, il cambiamento climatico, fino allo scoppio di quella bolla finanziaria che ci ha trascinati tutti nella grande recessione’’. Nello specifico poi, nel nostro Paese, ’’la connessione tra sviluppo e sostenibilità è particolarmente forte, al punto in cui siamo arrivati non può darsi l’uno senza l’altra’’. Dunque questa disuguaglianza, incalza il direttore di Bankitalia, è purtroppo divenuta ormai ’’il tratto distintivo della nostra economia, nei redditi e nella ricchezza familiare’. Oggi ’i nostri poveri non sono più soprattutto anziani’’ ma ’’in prevalenza le famiglie giovani e numerose, anche a causa del flussi di migrazione’’.
M.