(Adnkronos) – La missione Nato in Kosovo (Kfor) ha incrementato la propria presenza nelle città del Nord del Paese, teatro negli ultimi giorni di una nuova escalation delle tensioni, e si è detta disponibile a intraprendere “tutte le azioni necessarie per garantire la sicurezza nell’area”. L’ultima ondata di incidenti è iniziata durante le elezioni di aprile, boicottate dalla comunità serba che vive soprattutto nella parte settentrionale del Kosovo.
“Esortiamo tutte le parti ad astenersi da azioni che potrebbero aumentare le tensioni o causare un’escalation”, ha affermato la Kfor, assicurando che lavorerà affinché ci sia “un ambiente sicuro” e “libertà di movimento per tutte le comunità”, come da suo mandato. La polizia kosovara ha anche aumentato la propria presenza nella zona Nord, dove oggi sono stati registrati nuovi scontri con i manifestanti che hanno costretto gli agenti ad utilizzare i gas lacrimogeni.
“Si sta sviluppando una situazione esplosiva nel cuore dell’Europa, dove la Nato ha sferrato un’aggressione contro la Yugoslavia nel 1999, violando qualsiasi principio dell’Atto finale di Helsinki e di ogni altro documento dell’Osce”, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, parlando del Nord del Kosovo.
La polizia kosovara si è interposta, dopo che i residenti locali hanno cercato di bloccare l’accesso dei nuovi sindaci, eletti da una minoranza, delle cittadine di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok, dove la maggioranza serba lo scorso aprile aveva boicottato le elezioni locali. “E’ una situazione allarmante. L’Occidente sta soggiogando tutti coloro che esprimono la loro opinione”, ha aggiunto Lavrov.