Come ciclicamente accade, l’assenza prolungata del leader nordcoreano Kim Jong-un dalla vita pubblica suscita dubbi e ipotesi sulle sue condizioni di salute. Kim, 36 anni, sovrappeso e gran fumatore, ad aprile era stato dato per morto per poi ‘ricomparire’ dopo tre settimane.
Oggi, invece, secondo i media sudcoreani Kim sarebbe in coma. No, non si tratta di una nuova sceneggiatura di Verdone, ma a riferirlo è Chang Son-min, stretto collaboratore dell’ex presidente di Seul Kim Dae-jung. Citato dal Korea Herald, Chang ha rivelato che “Kim è in coma, ma non è ancora morto”.
A confermare l’indiscrezione sarebbe una cessione di poteri da parte del dittatore alla sorella, Kim Yo-jong, “per alleviare lo stress”. “Nessun leader nordcoreano – spiega Chang – affiderebbe alcuno dei suoi poteri a un’altra persona a meno che non sia troppo malato per governare o non sia stato rimosso con un colpo di Stato”.
Piedi di piombo invece per la National Intelligence Agency della Corea del Sud, secondo cui il passaggio di poteri a Pyongyang non è legato ad alcun problema di salute del leader Kim Jong-un.
Mario Bonito