La sua ultima apparizione, al pianoforte del concerto di Natale dalla Basilica di Westminster accanto al cantautore Tom Walker, ha superato il milione di visualizzazioni già dalla prima ora dopo la pubblicazione sull’account social dei duchi di Cambridge. Ancora una sfida vinta per la moglie dell’erede al trono, il principe William, al secolo Catherine Elizabeth Middleton, figlia di Carole e Michael, lei hostess, lui pilota di volo della British Airways, un sorella (Philippa Charlotte) e un fratello (James William), tre figli, George Alexander Louis, Charlotte Elizabeth Diana e Louis Arthur Charles.
Il 9 gennaio compirà 40 anni, la duchessa di Cambridge, amata, amatissima dai sudditi, ma soprattutto dalla royal family, dal suocero, il principe di Galles e dalla regina Elisabetta. Sempre un passo indietro rispetto al marito. Poche, pochissime interviste, mai una polemica, un faux pas, eppure splendente sempre di luce propria. “Gli esponenti della famiglia reale sono le uniche persone in Inghilterra senza un diritto costituzionalmente garantito alla libertà di parola”, ha scritto sul Financial Times la scrittrice Philippa Gregory. Eppure dopo il funerale del duca di Edimburgo la stampa inglese l’ha incoronata ‘nuovo volto della monarchia britannica’.
Nulla lasciava presagire la sua scalata. Una commoner (con antenati minatori appartenenti alla working class), come del resto molte sovrane oggi sui troni della vecchia Europa, da Letizia di Spagna, a Maxima dei Paesi Bassi, alla granduchessa del Lussemburgo, Kate è nata all’interno di una agiata famiglia borghese con residenza nel ricco Berkshire, studi in stimati college e una passione per la storia dell’arte (ha anche trascorso alcuni mesi con un gruppo di amiche a Firenze) che l’hanno spinta a scegliere la St. Andrew’s School, storica università nel cuore della Scozia.
Sembra sia stata la madre Carole ad iscrivere la primogenita, senza una goccia di sangue blu, proprio in quella università dove studiava il principe William per farle prendere marito. E non uno qualunque. Mai investimento si rivelò più proficuo. Stessa città, stessa università, stesso corso di Storia dell’Arte. All’inizio una semplice amicizia, che nel tempo si è trasformata in qualcosa di più profondo. Perchè Kate Middleton, non ancora duchessa di Cambridge, è sempre stata una persona su cui poter contare, determinata, salda nei suoi principi, come scriverà più tardi il Telegraph “un personaggio reale che negli ultimi 10 anni di monarchia ha dimostrato di essere governato da una tranquilla sicurezza e da una calma compostezza…. madre di tre figli, trasuda stile e sostanza”.
Ma ritorniamo agli anni dell’Università. Si parla poco della coppia Kate -William, anche per non dare in pasto il loro idillio alla stampa. Tutto sotto tono, protetti da una cerchia di amici fidatissimi. Poche uscite sotto i flash dei fotografi, un’unica prima pagina per gli amanti del gossip. Nel gennaio 2002 miss Middleton sfila per beneficienza in lingerie. La ‘svolta sexy’ scrissero i giornali. E l’esclamazione dell’erede al trono seduto in prima fila (‘Wow, Kate is hot!’). Da quel giorno non si sarebbero più lasciati.
Il fidanzamento ufficiale viene annunciato nel novembre del 2010. Lei in abito bluette, semplicissimo, un wrap dress, stile Diana von Furstenberg, al dito lo zaffiro di Lady Diana. Sembra che il principe William abbia chiesto di sposarlo in Kenia, la proposta di matrimonio in ginocchio, come ormai accade solo nelle favole. Dopo 8 anni di fidanzamento (la stampa brittanica l’aveva soprannominata ‘Waity -Katie’, ovvero Kate che aspetta), tra alti e bassi, ‘divorzi’ e riappacificazioni, miss Middleton accetta la proposta e il 29 aprile 2011, dichiarata festività nazionale, convola a giuste nozze nell’abbazia di Westminster alla presenza della regina, di tutta la famiglia reale e di oltre 1900 invitati.
Indimenticabili le parole sussurrate all’orecchio alla neo sposa dal principe William in uniforme scarlatta delle Irish Guards, appena percepite nella lunga diretta tv, ‘I love you, you look beautiful’. Lui giunge a bordo di una Bentley State Limousine, lei, accompagnata dal padre e in abito Sarah Burton per la maison Alexander McQueen, in una delle due Rolls Royce Phantom VI (la Silver Jubilee Car). Indossa un paio di orecchini di diamanti regalo dei genitori e la tiara di Cartier del 1936, semplicissima senza sfarzo alcuno, ‘prestata’ dalla regina Elisabetta. Apparteneva alla madre ed era stato un regalo del padre, ancora duca di York e futuro re Giorgio VI.
Qualche ora prima del matrimonio al principe William erano stati conferiti i titoli di duca di Cambridge, conte di Strathearn e barone di Carrickfergus: Catherine Middleton diventa sua altezza reale Catherine. Nessun regalo ai giovani sposi, ma una lista di nozze solidale con donazioni distribuite tra le 26 Ong con varie missioni umanitarie scelte dagli sposi. Un matrimonio incoronato dalla nascita di tre figli, un’unione stabile e complice. Una coppia che gode dei favori e delle simpatie di tutto un popolo.
Bellezza, presenza, carisma, virtù ineccepibili quelle della duchessa di Cambridge, che ha saputo costruire con il marito una coppia moderna, amante della famiglia, vicina ai figli che, anche piccolissimi, Kate e William hanno sempre portato in viaggio con loro nelle lunghe trasferte istituzionali, come del resto aveva già fatto lady Diana, mentre la regina Elisabetta, ma erano tempi diversi, lasciava soli per mesi i piccoli Carlo e Anna alle loro tate. All’inizio, per costruire il loro matrimonio, William e Kate erano andati a vivere sull’isola di Anglesey: spensierati, lontani dagli agi, ma anche dai doveri di palazzo. Era stata la regina Elisabetta ad imporre questa scelta, amorevolmente, memore della sua breve e felice luna di miele con il marito a Malta.
Il ruolo dell’ex miss Middleton, in seno alla royal family, anzi la ‘firm’ come la chiamava il principe di Edimburgo, si consolida di anno in anno. Senza strappi, senza proclami. Sembra che vada d’accordissimo con i cugini acquisiti, Beatrice e Eugenia di York, e con Zara Tindall, figlia della principessa Anna. Le sue origini borghesi non sono mai state un problema. Cambiano i tempi, ma non il protocollo. Inflessibile anche nel look. La duchessa di Cambridge è riuscita a diventare un’icona di stile, termine oggi forse abusato, e imitatissima. Ad ogni uscita pubblica i suoi capi vanno a ruba e registrano nei negozi il sold out.
Abiti mix & match, tra lusso e low cost, che si tratti di storiche maison british ma anche shop come Zara, Topshop e Hlm. Per le occasioni importanti predilige brand come Alexander McQueen e i modelli disegnati dal suo direttore creativo Sarah Burton, Michael Kors, gli italianissimi Prada e Luisa Spagnoli accanto a stilisti inglesi emergenti. Emilia Wickstead, Jenny Packam, Alessandra Rich. Ottima testimonial Kate per classe e raffinatezza. Le sue sono scelte classiche, ma anche molto english (i tea dress con stampe romantiche a fiori, per esempio, iperfemminili).
Un ‘lusso democratico’ è stato scritto, sempre in linea con il protocollo (abiti mai sopra al ginocchio, semmai scivolati sulle gambe), colori pastello e cappelli-scultura creati appositamente per la duchessa di Cambridge firmati Philip Treacy, Juliette Botterill, Jane Taylor, Rosie Olivia. E naturalmente i gioielli. Tiare, bracciali, orecchini, anelli, choker di perle, tesoro della corona con oltre 4 secoli di vita, accanto all’anello di fidanzamento di zaffiro blu appartenuto a lady Diana, dal valore fortemente simbolico, sempre in bella mostra. E poi i charms e le medagliette con le iniziali dei nomi dei tre pargoli.
Un esempio da seguire Kate anche per aver sdoganato il recycling. Gli abiti si indossano più volte, all’inizio li scambiava persino con la madre, per rispettare l’ambiente, l’ecosistema, una causa che le sta a cuore e che sostiene con il marito attraverso incontri, progetti, manifestazioni, premi. Sempre al passo con i tempi, sempre vincente nella lunga marcia verso il trono di Albione. I sondaggi accanto al principe William (e queen Elizabeth naturalmente) le accordano un gradimento di gran lunga superiore rispetto agli altri membri della royal family, nel cuore dei sudditi inglesi. E non è solo una questione di appeal e giovinezza. Qualche tempo fa il Times l’ha definita ‘la vera rivoluzionaria di Buckingham Palace’.
Così diversa dall’instabile, seppur amata lady Diana, dall’incendiaria e poco credibile, dopo le recenti uscite pubbliche, Meghan Markle, moglie del principe Harry. Sempre perfettamente a proprio agio e rassicurante con i coniugi Biden o Obama, teste coronate e rappresentanti del governo, con attori, cantanti, piccoli allievi e malati negli ospedali. Sempre naturale, senza sfoggio alcuno. Sempre in prima fila anche durante la pandemia (sua l’idea di un libro fotografico con le istantanee più belle scattate dai cittadini durante il covid). Difficile non provare empatia nei suoi confronti. Il suo motto? ‘Big change starts small’. I grandi cambiamenti si fanno a piccoli passi.
Lo confessò ai coniugi Obama, in visita a Londra, annunciando la sua prima creatura, il Centre for Early Childhood, convinta che una società migliore possa nascere solo dai più piccoli, gli adulti del futuro. Gentilezza e misura, vitalismo rassicurante, determinazione. La monarchia inglese può dormire sonni tranquilli e Kate Middleton festeggiare il suo 40esimo compleanno accanto alle persone più care, ai figli, al marito, ai genitori, Carol e Michael, inconsapevoli artefici del suo destino. Quello di futura regina d’Inghilterra.