“Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni. Santoni di ogni genere. Da quello che aveva più vitiligine di me, a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di Perfetti Sconosciuti da autografare. Quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa, mi sono detta: adesso basta. Un santone nepalese che non mi ha guarita come tutti gli altri mi ha dato però una bella interpretazione della vitiligine, mi ha detto: sei un serpente, stai cambiando la pelle“.
Così Kasia Smutniak, alla quale ‘Vanity Fair’ (in edicola dal 19 febbraio) dedica la copertina, ripercorrendo la sua ‘odissea’: “Mi sono ammalata di vitiligine 7 anni fa – prosegue la bellissima attrice – all’inizio non l’ho presa per niente bene. Mi creava tantissima insicurezza, mi truccavo le mani anche solo per portare mio figlio all’asilo“.
Ora Kasia ha imparato a convivere con questa ‘malattia’, che si presenta con delle macchie biancastre sulla pelle, ed anzi, da diverso tempo sta addirittura conducendo una vera e propria battaglia contro il fotoritocco della sua immagine: “Ho 40 anni, ho fatto molta strada, non sono più una ragazza ed è giusto rivendicare il cambiamento. Qualche giornale – spiega – rispetta la mia scelta, altri mi rispondono: allora abbiamo un problema. Mi chiedo se il problema sia mio che sono un mostro oppure loro, che non vogliono pubblicare un po’ di verità“.
Max