Un Maurizio Sarri inedito si è raccontato a Casa Juve, nuovo format della società bianconera che in questo periodo di quarantena ha deciso di raccontare i protagonisti della rosa attraverso delle dirette Instagram in cui i tifosi possono interagire con domande e commenti. Oggi è stato il turno dell’allenatore della Juventus, che si è raccontato a cuore aperto.
A partire dalla letteratura alla musica: “Da ragazzo divoravo Bukowski, merito di una prof di italiano bravissima. Beatles o Rolling Stones? Più Rolling Stones. Fino a 7-8 anni fa quando mi trovavo con gli amici di mio figlio sentivo musica imbarazzante. Prima mi dicevano sei vecchio, adesso sono i primi a dirmi di mettere musica Anni 70”.
“Scaramanzia? Mettevo la macchina sempre allo stesso posto”
Sarri risponde alla domanda di un tifoso sulla sua nota scaramanzia; “Io scaramantico? Quando allenavo in eccellenza in Toscana avevo la fissazione di mettere la macchina sempre nello stesso posto, i ragazzi se ne erano accorti e ogni tanto mettevano una macchina lì apposta. Mi ricordo che una volta entrai in spogliatoio e dissi al ragazzo che gli avrei dato tre minuti per spostarla altrimenti l’avrei fatto io in un’altra maniera. Lui non uscì, io misi la macchina dietro e gliela portai via. La partita poi è finita 2-0 per noi e non mi ha potuto dire niente”.
Infine una domanda sui sentimenti del mister: “Se ho mai pianto per il calcio? Ho pianto più per sofferenza visto che ho vinto poco a questi livelli. Mai pubblicamente, però a volte mi sono trovato da solo in casa con le lacrime. Penso faccia parte della passione che ci metti. Non è un segno di debolezza ma di passione e forza per ripartire. Io ho avuto un rapporto conflittuale per i primi mesi con lo spogliatoio del Chelsea, poi quando ho detto che andavo via dopo la finale di Europa League ho pianto così come molti di loro. La Premier un po’ manca, il clima che si respira intorno allo stadio è fantastico. In un anno là non ho mai sentito un coro contro, le tifoserie arrivano allo stadio insieme, le strutture sono bellissime gli stadi tutti pieni”, ha concluso Sarri.